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Franco Ballerini

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    Franco Ballerini - Il cardiofrequenzimetro
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    Franco Ballerini - Il recupero
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    00 07/02/2010 13:53
    Rally di Pistoia 2009: Paolo Bettini - Franco Ballerini
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    00 07/02/2010 13:55
    Paolo Bettini Franco Ballerini al debutto nei rally www.paliotta.it
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    00 07/02/2010 14:26
    Le immagini dell'incidente di Ballerini


























    da Ansa.it
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    ti61no
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    00 08/02/2010 19:23
    Martini, ricordi e disperazione "Franco era un mio figliolo"
    SESTO FIORENTINO (Firenze), 8 febbraio 2010



    - Alfredo Martini non ha chiuso occhio al termine della terribile giornata della morte di Ballerini. "Pensi che sia un incubo, ti prendi a pizzicotti per svegliarti, e solo allora ti accorgi di essere già sveglio. Quante morti ci si porta appresso, addosso, sulle spalle. Dev’essere per quello che, più si va avanti, più ci s’ingobbisce. La morte di Giulio Bartali, il fratello di Gino: si era ragazzi, loro più grandicelli di me, Giulio allievo, Gino dilettante, li vedevo correre alle Cascine, e ridere, e scherzare, e sfidarsi, fra loro c’era amore e complicità. Giulio aveva 18 anni quando morì, in bici: un furto, uno scandalo. E la morte di Serse Coppi, il fratello di Fausto: si era più grandi, giovani uomini, successe al Giro del Piemonte, nel 1951, Serse era già in albergo, il massaggiatore Aspes vide che diventava nero, lo portarono all’ospedale, lo operarono alla testa, troppo tardi per salvargli la vita. Ricordo Serse disteso, vestito, e Fausto, con gli occhi umidi, che cercava di aggiustargli il fazzoletto nel taschino. E altre morti, in corsa: un belga al Giro di Svizzera nel 1948, fuori da una galleria, e il piemontese Ponzin, contro un albero, la testa spaccata".

    il mio caffè con franco — "Franco veniva sempre a casa mia, era come se fosse un mio figliolo. Vengo a prendere un caffè, mi diceva, senza bisogno di chiedere il permesso, perché il permesso era già previsto, voluto, dovuto. Prepariamogli anche un biscottino, suggerivo alle donne di casa mia. Abbiamo vissuto insieme, Franco e io, tanto, e questo è un privilegio, una fortuna, un tesoro da condividere con chi non ha avuto la mia stessa possibilità. Quando uccisero Salvator Allende, in Cile, l’orazione funebre venne affidata a un poeta: Pablo Neruda. E Neruda disse: ’E’ morto Allende, e muore anche il mare’. Così sento anch’io questo momento, questi giorni, questo incubo da cui non ci si sveglia neanche a pizzicotti. Perché non c’è nulla cui agganciarsi. A me piacerebbe ricordarlo in silenzio. Forse perché il silenzio è la cosa più vicina al tutto".
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