Se ripenso a come passavo le estati, oltre a venirmi un attacco di nostalgia, mi rendo conto di come volavano facilmente le giornate.
Io vivevo in un paese di mare, per cui dalla mattina fino al primo pomeriggio ero sempre in spiaggia, a giocare a nascondino tra le cabine con amici, a palla (con tanto di sgridate dei bagnini), ai videogiochi che mettevano sugli stabilimenti e poi a fare quegli interminabili bagni che ci facevano i polpastrelli rugosi come delle prugne secche.
Ero sempre scurissimo da piccolo e una volta, mentre tornavo mia madre mi ha scambiato per uno dei nordafricani che erano lì di passaggio.
Nel primo pomeriggio ero a casa, ma non potevo giocare per strada con gli altri bambini perchè la gente dormiva, per cui, siccome non volevo dormire, mi mettevo sul balcone a giocare con i miei pupazzetti, fino a quando non erano minimo le 5 di pomeriggio.
Dalle 5 in poi, si scendeva in strada e in quell'orario era pieno di bambini (oggi difficilmente li vedo per strada). Si giocava fino a quando non si sentiva la voce delle mamme che chiamavano dai balconi.
A volte nel pomeriggio si andava a trovare una delle bisnonne, ma sia da una parte che dall'altra, avevo sempre amici con cui giocare.
Il tempo passava molto velocemente perchè le giornate erano davvero piene e infatti ricordo che dopo cena crollavo sempre, senza mai riuscire a vedere interamente un film serale.
E il giorno dopo si ricominciava con il pieno di energie