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16/07/2008 - VENARIA (TO) - AREA CONCORDIA

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    Frank2
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    00 22/05/2008 22:35
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    [Modificato da Frank2 30/05/2008 09:08]


    "E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

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    Frank2
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    00 17/07/2008 07:29
    Chi è andato al concerto ieri sera??Novità??
    Intanto su Youtube spunta fresco fresco questo video...



    [Modificato da Frank2 17/07/2008 07:30]


    "E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

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    Simona.SF
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    00 17/07/2008 22:18
    02) FINESTRE ROTTE
    03) CAPO D'AFRICA
    16) CELEBRAZIONE
    04) TITANIC
    05) L'ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA
    06) PEZZI DI VETRO
    07) DERIVA
    08) BATTERE E LEVARE
    09) FESTIVAL
    10) RIMMEL
    11) GENERALE
    12) BUONANOTTE FIORELLINO
    13) L'ANGELO DI LYON
    14) L'INFINITO
    15) SANTA LUCIA
    CERCANDO UN ALTRO EGITTO
    17) LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE '68
    18) ALICE
    19) VAI IN AFRICA, CELESTINO!
    20) LA VALIGIA DELL'ATTORE
    21) IL BANDITO E IL CAMPIONE

    Bis...
    22) LA DONNA CANNONE
    23) PER BREVITA' CHIAMATO ARTISTA
    24) VIVA L'ITALIA!
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    Simona.SF
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    00 18/07/2008 10:01
    Appena comincia a fare buio si accendono le luci e sorpresa ... palco pieno di Principi ma addirittura due Sovrani .. impensabile!!!! Uno completo scuro camicia bianca e cravatta un po' larga cappello beige e marrone, l'altro pantaloni e camicia neri e giacca bianca.
    Sovrani a cavallo, manti regali, putti, quadri, le storie di Diana, Principi per dinastia, Principi per merito .. le immagini si sovrappongono, si confondono in un turbinio di colori e di suoni.
    Intanto si parte con Finestre rotte molto più vivace rispetto al disco "Se vi è piaciuta ditelo in giro" dice Fra. Capo d'Africa è bellissima. In Celebrazione la batteria ha più volume ed incide maggiormente. Titanic è simpatica con l'introduzione di Arianti, anche Fra accenna ad un passo di danza. Abbigliamento di un fuochista vede Arianti alla fisarmonica e Valle al mandolino è bravissimo. Poi tutti si ritirano e Fra resta solo sul palco e Pezzi di vetro scivola via leggera tra le sue dita che accarezzano le corde della chitarra. Lo scoscio di applausi e il suo sguardo compiaciuto sembra pensare (anche questa volta mi è venuta proprio bene). Rimmel vede Lucio al violino vero ... è bellissima e Guido resta al basso nero (questa volta non scompare) "Siamo entrati nel museo, quindi anche la prossima ..." dice Fra e Generale incontra Guido al contrabbasso e Lucio al mandolino poi assolo finale di Paolo. Fra presenta L'angelo di Lyon e con onestà afferma che è stata tradotta da suo fratello "tragedia e mistero del vero amore", inizia Fra da solo poi subentrano i musicisti, ugualmente nella seconda parte inizia da solo poi Arianti con la fisarmonica infine tutti. Per suonare L'infinito Fra si sposta al piano, Guido col basso nero gli si avvicina, Arianti subentra con la tastiera rossa, Paolo entra verso la fine con la chitarra.
    Prima di Il bandito e il campione presenta la Band, ad ogni nome scrosciano gli applausi e le ragazze dietro urlano "bravo! bravo!", resta solo Guido e vedo la sua espressione un po' divertita e un po' in attesa ... evidentemente non sa come sarà definito stasera "Idolo delle donnne di ogni età" e si parte con questa bellissima canzone ... ma l'idolo è distratto ... il coro non parte ... una pausa ... poi il basso e il coro anche Fra partecipa Haumm haumm, chissà se è improvvisato o studiato ... però è carino....
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    plato2005
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    00 18/07/2008 20:23
    NOTE A MARGINE

    Qualche osservazione sul concerto di Venaria che ha visto nel complesso un Fdg in grande forma e di ottimo umore:

    1) C'era davvero poco pubblico. Sarà perchè è un momento di crisi economica, oppure perchè i concerti di Francesco sono troppo ravvicinati, oppure (piu' probabilmente) perchè l'ultimo album non è un capolavoro?

    2) Il momento piu' intenso è stato quello in cui ha cantato L'infinito e Santa Lucia al Pianoforte. Indimenticabile.

    3) I classici sono davvero troppi. In un solo concerto "Alice", "Rimmel" "La donna cannone", "Generale", "Buonanotte Fiorellino": va bene per un pubblico pagante che non conosce Francesco.
    Viceversa chi lo conosce apprezza "Festival", "Deriva" o anche "Capo d'Africa" e vorrebbe "Mimi sara'" o "Rumore di niente" o "Povero me"...

    4) I pochi fischi per "Celebrazione" si spiegano con il fatto che il pubblicodi Fdg si è spostato a destra oppure (piu' probabilmente) che nessuno pone piu' attenzione ai testi delle canzoni?
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    nottesevera
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    00 18/07/2008 21:24

    Azzardo un'ipotesi: forse perché sul palco ci stavano dei musicisti e non delle pecore?

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    plato2005
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    00 18/07/2008 22:54

    E' un'ipotesi che presuppone che i fischi non siano mai legittimi.
    «Libero fischio in libero Stato" diceva Sandro Pertini, e io sono d'accordo con lui.
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    Frank2
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    00 19/07/2008 09:00
    Re: NOTE A MARGINE
    plato2005, 18/07/2008 20.23:



    1) C'era davvero poco pubblico.



    In un altro post, SimonaSF dice che a Venaria c'era tantissimo pubblico...insomma ci saran mica state due date a Venaria??? [SM=g27790] [SM=g27790]



    "E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

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    Simona.SF
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    00 21/07/2008 10:32
    1) C'era davvero poco pubblico. Sarà perchè è un momento di crisi economica, oppure perchè i concerti di Francesco sono troppo ravvicinati, oppure (piu' probabilmente) perchè l'ultimo album non è un capolavoro?

    Io ero in prima fila ... ho visto della gente fino al mixer di Lussana ... facendo tante date non penso si aspettino di riempire uno stadio ... magari non è più il tempo ...

    3) I classici sono davvero troppi. In un solo concerto "Alice", "Rimmel" "La donna cannone", "Generale", "Buonanotte Fiorellino": va bene per un pubblico pagante che non conosce Francesco.

    è vero però sono anche le più conosciute le più ricordate ... la gran parte del pubblico non è stupida come la sottoscritta che segue Fra come un cagnolino, per qualcuno può essere la prima .. per qualcuno la ventesima ... pensa che scatole per loro che se le cantano e se le suonano ogni sera ...

    4) I pochi fischi per "Celebrazione" si spiegano con il fatto che il pubblicodi Fdg si è spostato a destra oppure (piu' probabilmente) che nessuno pone piu' attenzione ai testi delle canzoni?

    Veramente ho ascoltato anche la settimana scorsa un'altra critica al '68 : "Il '68 la grande contestazione"


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    plato2005
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    00 21/07/2008 21:49

    Concordo sui primi due punti, non è piu' il tempo per i cantautori di riempire gli stadi. Qualcuno pero' ci riesce: Vasco Rossi , Ligabue, Laura Pausini.....
    Non ho capito cosa hai ascoltato (e da chi) la scorsa settimana. Purtroppo io (come ho già avuto modo di dire) penso che Celebrazione sia un pezzo totalmente privo di spessore politico, poetico e soprattutto culturale.
    Quando le idee diventano banali, la scrittura si immiserisce.
    E sconfessare il proprio passato è sempre una cosa triste.
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    Simona.SF
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    00 22/07/2008 21:08
    "Una lezione straordinaria del Prof Marco Revelli.
    Consiglio a tutti di scaricare i podcast sulle lezioni che sono sul sito Laterza.
    www.laterza.it/pod-lezioni-storia.asp
    Putroppo, quella di domenica, sara’ scaricabile solo tra qualche giorno.
    Il tema e’ stato...il ’68...e’ veramente riuscito a cambiare cio’ che si voleva cambiare? Il sistema, il Fordismo, la gerachia?
    No, e’ stata la risposta. Il ’68 e’ stata una ribellione “maschile”, ha cambiato forse la mentalita’, ma non il sistema. Semmai , il femminismo, pochi anni dopo, con la non violenza, e’ riuscito ad avere un peso nelle scelte politiche. Non sono parole mie, ma del Prof. Revelli.
    L’intervento piu’ toccante, in realta’ c’e’ stato alla fine, su risposta ad alcune domande di alcuni del pubblico. Non so se ci saranno in podcast, eppure, le ho sentite cosi’ vicine al punto da farmi piangere.
    Tra alcune: “ nel ’68 il nemico era il sistema, e chi aveva " piu' di 34 anni", oggi nella precarieta’ in cui vivamo, il nemico e’ il nostro coetaneo”.
    Insomma, il ’68 vedeva al centro, almeno in italia, con le lotte operai, la necessita’ di un lavoro autogestito, libero, nomade. Quello che sembrava all’epoca un paradiso libero, si e’ rivelato un inferno di incertezza. Revelli sosteneva, che i giovani di oggi sono poveri, perche’ colui che non riesce a soddisfare le necessita’ di base, che la societa’ promette facendole sentire indispensabili, rischia di vivere come un fallito.
    Il rischio di questa societa’, di questa realta’ post sessantottina, di cui noi siamo gli eredi, non e’ come ci vogliono far pensare, l’effervescenza edonistica, ma la depressione e la paura. La generazione della precarieta’ non riesce a ribellarsi: il ’68 nasceva da un linguaggio narrativo fortemente sentito e da lungo parlato da quella generazione. Quella generazione aveva maestri, libri, poeti, artisti, intellettuali che trasmettevano le idee con un linguaggio che tutti riuscivano a sentire, o quasi.
    Quello che manca oggi e’ un linguaggio narrativo comune. La condizione sociale oggi, e’ una condizione muta. Solo trovando gli ingredienti di un linguaggio narrativo comune usciremo da questa immobilita’ e da quel potere che si e’ andato formando dopo il ‘68’, non prima. Dopo la fiammata sessantottina ci siamo ritrovati negli anni 70, dove il messaggio sociale si era ormai svuotato di significato, dove all’incertezza ha fatto posto la paura, il terrorismo, la droga."

    Scusa ...era un incontro con il prof. Revelli dal titolo "Il '68 la grande contestazione" probabilmente si rallacciava a questa sua lezione ...


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    plato2005
    Post: 105
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    00 22/07/2008 21:24

    Innanzitutto Ti ringrazio per i riferimenti, spero che presto sia pubblicata la lezione di Revelli.
    Il '68 non ha vinto, ma ha cambiato le mentalità, ha aperto la strada a nuovi diritti.
    Il movimento del '68 fu un momento di svolta epocale, sicuramente molto complesso che non ha conquistato il potere ma ha cambiato radicalmente gli usi e i costumi.
    Per la canzone di De Gregori il '68 fu un chiacchericcio da salotto e una noia di canzoni impegnate e di amori vissuti male.
    Io credo invece che i giovani che hanno fatto il '68 si siano divertiti. In modo scomodo, pericoloso, spendendosi per la causa, estranei ad ogni idea di guadagno, di carriera, di promozione sociale.
    Insomma dei giovani moralmente migliori di quelli di oggi, di cui parla con efficacia Marco Revelli.
    Dario