21-09-2011 VALLI MONREGALESI
Hotel polacco a Roccaforte: il cantiere non parte, niente proroga!
Colpo di scena sulla vicenda dell’hotel Krakoin a Roccaforte: la ditta polacca è rimasta senza concessione edilizia. E per il mega residence-hotel, che la società dell’Est vorrebbe costruire all’imbocco della Valle Ellero, ora è necessario ripresentare il progetto esecutivo. Questa volta però non c’entrano proteste o intromissioni di alcun tipo. Semplicemente, i lavori non sono mai partiti. E così la Krakoin ha sforato i tempi, il termine massimo è scaduto, e il Comune ha negato la proroga.
Tocca ripercorrere una vicenda che, ancora una volta, si fa sempre più intricata. I lavori per la costruzione del primo lotto del progetto Krakoin (un progetto complessivamente imponente: un investimento da milioni e milioni di euro per realizzare residence, hotel, villette, piscine e strutture sportive), il cosiddetto “apart-hotel”, teoricamente potevano partire già sei mesi fa: ovvero a marzo, quando il Tar sentenziò sulla legittimità della variante approvata dal Comune. Invece non accadde nulla, la ditta polacca non posò un solo mattone. Gli uffici della “sede secondaria” della Krakoin a Roccaforte (la sede principale è a Cracovia) furono chiusi, su Internet comparve un annuncio di vendita, e i contatti col Comune si fecero sempre più radi. L’intera vicenda, che appena due anni prima aveva generato un’ondata di polemiche (sfociate anche in una raccolta firme), era caduta nel completo silenzio.
Le poche novità si limitavano alle dichiarazioni dei progettisti che, ripetutamente, confermavano l’intenzione della ditta a non abbandonare l’opportunità. Perfino le proteste si erano fermate. A giugno un delegato della Krakoin-Italia srl, Krysztof Szelag Maciej, arrivò in Italia per prendere contatto col Comune, per fare il punto della situazione. Infine, qualche settimana fa la Krakoin presentò la documentazione per il progetto della costruzione delle piscine. Ma la Commissione edilizia sospese tutto, chiedendo ulteriore documentazione.
Fatto sta che, tra un passo e l’altro, sono trascorsi mesi. Troppi, per i termini di legge: il permesso a costruire,
L'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere.
Cesare Beccaria