CONI, FIKEDA e FIST
Ormai da tanto, troppo tempo si assiste ad un ridicolo scambio di accuse tra FIKEDA e CISCO (ma sarebbe meglio dire tra Falsoni e Di Blasi) sull’ingresso delle rispettive federazioni nel CONI.
Da qualche settimana sembra che la vertenza si sia chiusa con l’ingresso nel comitato olimpico di Falsoni.
Prima di commentare questa “notizia” occorre però fare una precisazione: in Italia non esistono organi di informazione propriamente detti nel mondo degli sport da ring. Tutte le riviste e tutti i portali di settore sono dei “bollettini”, ovvero testate dove vengono pubblicati solamente articoli a pagamento da parte di inserzionisti i quali, ovviamente, scrivono tutto quello che fa loro comodo, senza che la testata che li pubblica operi alcun tipo di controllo (ovviamente, il cliente ha sempre ragione).
È il caso anche della polemica CONI.
Allo stato attuale nessuno, ne la CISCO ne la FIKEDA, ha avuto questo riconoscimento.
Per quanto riguarda Falsoni, la notizia del presunto riconoscimento si basa su questo semplice fatto: Lo scorso 23 gennaio il consiglio nazionale del CONI ha deliberato di proporre alla giunta nazionale (il governo del comitato olimpico) il riconoscimento della FIKEDA come federazione associata. Questo però non significa affatto che la federazione in questione sia già stata riconosciuta. Semplicemente, il consiglio nazionale nella sua prossima riunione (in data da destinarsi nei prossimi mesi) dovrà esaminare la candidatura di Falsoni e, solo se riterrà che la FIKEDA abbia tutte le carte in regola, delibererà il suo riconoscimento. Nel frattempo, la FIKEDA resta una federazione del tutto estranea al CONI e chi sostiene il contrario, parlando di riconoscimento avvenuto, sostiene il falso. Chi dubita di questo può semplicemente telefonare al CONI a Roma (ufficio comunicazione, 06.36857241) e chiedere informazioni. Gli risponderanno esattamente quanto appena scritto.
E la FIST?
Più o meno lo stesso discorso. Ha presentato istanza di riconoscimento per tramite della federboxe (che Grisolia fosse presente in Ottobre alla convention CISCO e abbia promesso questo è un fatto, non si può negare l’evidenza) ed ora attende che si concluda il (lungo) iter burocratico che deve precedere la pronuncia finale del comitato esecutivo del CONI.
In pratica, al momento attuale nessuno, ne la FIKEDA ne la FIST, fa parte del CONI.
Resta (credo) la domanda in molti appassionati: ma è possibile che il CONI riconosca contemporaneamente due federazioni rivali?
Certo che è possibile, per capirlo basta chiarire i contorni della vicenda (cosa che tutti si sono ben guardati dal fare visto che a nessuno conveniva).
Il riconoscimento delle nostre discipline passa infatti per lo status di federazione “associata” alla federboxe. Ora, il pugilato italiano è in crisi da tempo per colpa di lunghi anni di scelte sbagliate. Crisi di praticanti e, soprattutto, di soldi.
Che cosa hanno pensato quindi i suoi capi? Affiliamo quelli della Kickboxing e simili che di praticanti ne hanno tanti e così ci facciamo una bella iniezione di soldi.
Ci sono due federazioni rivali, quale scegliere? Tutte e due! Basta dare certi stili a una e certi all’altra. Ecco l’uovo di Colombo: diamo la Thai e la savate alla CISCO, Kick e full alla Fikeda e così, anziché metà, i praticanti ce li prendiamo tutti.
Geniale, non c’è che dire.
Una domanda che invece nessuno sembra essersi posto è: che ci guadagnano le nostre discipline ad entrare nel CONI?
Qualcuno in questi giorni ha scritto: “ora avremo una vera Federazione, dei veri Campionati assoluti e soprattutto dei VERI Campioni Italiani. La Nazionale Italiana attende i suoi rappresentanti. Basta con le mille sigle e i mille titoli”.
Conosco il personaggio e quindi posso escludere che parlasse in buona fede.
Le mille sigle non spariranno mai (il karate insegna, con l’ingresso nel CONI le federazioni non si sono certo ridotte, anzi).
Veri campionati? Perché c’è il timbro del CONI? Credo che sia il numero di praticanti di una federazione rispetto al panorama nazionale che dia il prestigio dei titoli italiani. E qui bisogna essere chiari: per light, semi e full contact la federazione con più atleti è la FIKEDA, per thai, kick e savate è la CISCO. Piaccia o non piaccia agli interessati ma è così.
La nazionale italiana attende i suoi atleti? Per che cosa? Per i mondiali WAKO? C’è sempre stata una nazionale italiana WAKO, dov’è la novità?
Quello che vorremmo sapere, che tutti i praticanti vogliono sapere, è invece che cosa otterranno in concreto.
Per essere chiari: avremo (come accade per la boxe) dei finanziamenti del CONI per l’attività amatoriale (contributi in denaro a chi organizza gare per dilettanti)? Avremo anche noi un centro sportivo del CONI, come quello di Assisi per il pugilato, dove mandare in ritiro la nostra nazionale? Potremo anche noi stipendiare i nostri migliori atleti come fa la Federboxe con i suoi “azzurri” in modo che nella vita si dedichino solo al pugilato? Avremo anche noi gli spazi (gratis) sulla RAI (satellite, che col digitale terrestre diventa molto più appetibile di prima, e terrestre per gli eventi maggiori)?
La risposta a tutte queste domande è una sola: No.
Anche il CONI infatti non ha più soldi. I pochi fondi sono riservati esclusivamente alle discipline olimpiche (e comunque non bastano neanche per loro).
Quanto alla TV stesso discorso. Il CONI non pagherà per farci avere degli spazi e quindi o pagheremo noi o la RAI continuerà ad ignorarci.
Appurato quindi che non avremo nessun vantaggio, passiamo ora agli svantaggi. Questi invece si che sono numerosi:
Amento dei costi di tesseramento per club e atleti (bisogna dare soldi a CONI e federboxe oltre agli attuali dirigenti che certo non spariscono); Nuovi e gravosi obblighi, ad esempio (si badi, parlo per esperienza maturata in altre discipline sportive che prima di noi hanno vissuto questa esperienza, vedasi karate ad esempio): obbligo di frequenza di costosissimi quanto inutili “corsi di formazione” presso le strutture del CONI a Roma per tutti gli insegnanti, pena la perdita dell’autorizzazione ad insegnare; obbligo di recarsi a Roma per sostenere gli esami da allenatore; divieto per gli insegnanti di svolgere attività come giudice (e qui ci sarà da ridere perché quasi tutti gli ufficiali di gara da noi sono anche insegnanti e viceversa); nuovi e complessi obblighi burocratici per i club (deposito dello statuto da un notaio, nomina di un revisore dei conti, compilazione di un libro soci e di periodici verbali di assemblea…. Tutte cose che costano tempo e, soprattutto, denaro).
In ultima analisi, spenderemo un sacco di soldi in più e ci dovremo sobbarcare un sacco di burocrazia in più senza averne in cambio nessun vantaggio. E tutto questo perché? Per soddisfare la megalomania di Falsoni e Di Blasi?
Forse però non tutti i mali vengono per nuocere. Il CONI infatti renderà obbligatorie delle vere elezioni federali.
Forse potremmo approfittarne per mandare a casa questi personaggi che gestiscono il nostro sport come una cosa privata e scegliere dei presidenti che, fermo restando il giusto compenso per il loro lavoro, si preoccupano veramente del bene del movimento.
Forse però è chiedere troppo….