Eruner era tornato al Regno da un paio di giorni, ma ancora non aveva incontrato il suo Maestro, non perchè fosse assente o troppo impegnato per riceverlo, semplicimente non aveva il coraggio di affrontarlo e confessargli ciò che gli era accaduto. Fino a oggi.
Avanzava lentamente attraverso i grandi saloni e i corridoi della Gilda dei Paladini, incontrando visi più o meno conosciuti e salutando i vecchi compagni d'arme, frettolosamente, senza soffermarsi più di tanto a dialogare. Aveva un obiettivo quel giorno e lo avrebbe assolto, anche a costo di risultare sgarbato nei confronti di qualcuno. I drappi blu e oro svolazzavano placidamente al suo passaggio, mossi da una corrente d'aria invisibile.
Finalmente giunse di fronte la porta di legno scuro, molto semplice, che lo separava dallo studio del Maestro. Non aveva timore, ne era nervoso. Oramai era da tempo che vegetava in quello stato di perenne apatia, esattamente da quel momento... Scacciò rapidamente i suoi pensieri e il dolore a essi legato, seppellendoli in profondità nella sua anima. Infine, una volta ritrovata la calma, si decise e bussò delicatamente sull'uscio di mogano nero. Una voce molto famigliare, proveniente dall'interno, gli disse di entrare.
L'elfo trasse un profondo respiro e aprì la porta, varcando la soglia e guardandosi intorno: l'ambiente era il solito di sempre e il Maestro era seduto alla sua scrivania, illuminato dalla luce che proveniva dalla finestra alle sue spalle. Quando vide l'allievo, una fulminea espressione di sorpresa, seguita da una di sollievo, gli si disegnarono sul volto, sparendo rapidamente, ma non abbastanza perchè Eruner non la notasse.
- Eruner! Siete voi! Quanto tempo!
- Troppo Maestro... Ma abbastanza affinchè abbia delle notizie alquanto brutte da raccontarvi...
Il Vassallo assunse un'espressione corrucciata. Dapprima non lo aveva notato, ma ora vide che l'allievo era profondamente cambiato: la perdita di un occhio sembrava il mutamento più grave, ma egli avvertiva che anche lo spirito dell'Aspirante non era lo stesso, anzi, era praticamente un altro.
BrightBlade si alzò, avvicinandosi a Eruner, sorpassaldolo e chiamando uno dei paladini di guardia. Dopo una breve conversazione, chiuse la porta, si voltò e guardò l'allievo dritto nell'unico occhio ancora sano, dicendogli in tono severo
- Raccontatemi tutto con calma, nessuno ci disturberà fino a che non avrete terminato, ci volessero ore. Avvertò dei profondi cambiamenti in voi e, per essere sincero, sono un po' preoccupato.
Posando una mano guantata sulla spalla dell'Aspirante, lo accompagnò alla scrivania, dove si sedettero uno di fronte all'altro.
- Vedete maestro, qualche mese fa...
Erano passate oltre tre ore, ma finalmente, la storia di Eruner volgeva al termine.
- Quando la battaglai terminò, io non ero più lo stesso. Avevo perso i miei poteri, tutti, e con essi, anche molto di più...
Lentamente, sganciò Drath'Kahn dalla cintura e la poggiò sul piano della scrivania del Gran Maestro, il quale la prese e la sguainò. Invece del lungo e argentino suono che la contraddistingueva ogni volta che veniva estratta, la Lama di Eruner ebbe un improvviso singulto e si incastrò. Sorpreso, BrightBlade tirò con maggior forza e allora comprese il motivo di quel blocco: la spada runica si era spezzata poco sopra la metà della sua lunghezza.
Il Vassallo era allibito: nelle pochissime storie che narravano di spade dell'Ordine di Atlantide spezzate anche coloro che le bradivano morivano, poichè quelle armi si rompevano solo in seguito a enormi poteri e solo dopo il decesso del loro braccio, essendo legate alla vita stessa del loro detentore.
Forse era stato a causa degli eventi che l'allievo gli aveva appena narrato che la sua spada si era infranta... Il Vassallo non sapeva veramente cosa pensare.
Al contrario, Eruner sapeva benissimo quali erano i suoi pensieri: un misto di turbinanti immagini legate fra loro da emozioni di vergogna e fallimento.
Si sentiva perso senza la sua Lama e i suoi poteri ed era come se, nel momento in cui ella si era spezzata, anche la sua esistenza fosse giunta a un punto di stallo.
- Maestro, non sò veramente cosa fare... Per questo sono qui da voi. Vi prego, aiutatemi a ritrovare la mia Via, la mia vita!
Trasportato dalla forza dei suoi sentimenti, l'Aspirante si era alzato e ora guardava il Gran Maestro fisso, con lo sguardo che trasudava la sua disperazione.
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Questo mini racconto vuole essere un'evento tra Bright e me, quindi pregherei gli altri di non interferire. Grazie Mille!