Scritto da: Sabagod 03/12/2006 14.43
purtroppo deve rendere conto a tante, troppe altre personcine che guidano partiti del cazzo. per questo credo che non avrà mai vita facile.
Eh, quello è vero. Il fatto però è che si parla solo di finanziaria e non delle altre mosse, molte ottime, fatte da questo governo.
A tal proposito riporto un articolo comparso questa settimana su "Il Venerdì" e su cui sono in larga parte d'accordo (l'articolo non è firmato a causa della protesta verso gli editori, ma dovrebbe essere di Curzio Maltese).
Lo stupidario del decennio berlusconiano ha lasciato in eredità la
convinzione che la politica sia un ramo minore dello show televisivo o una
prosecuzione del calcio con altri mezzi, insomma quella cosa che si vede
ogni sera da Bruno Vespa. Un cicaleccio provinciale e ripetitivo, alimentato
da narcisi che controllano piccole botteghe elettorali e lanciano
inascoltati ultimatum ogni mattina, per poi aprire un banchetto di
trattative e ritirarli prima di cena.
Purtroppo anche la stampa si è accodata a questa visione pallonara del far
politica e da mesi stiamo discutendo di nulla. Infuria da aprile un gran
dibattito sui brogli elettorali dall'una e dall'altra parte, senza uno
straccio di prova e nella serena certezza che, prima o poi, uno sbadiglio
seppellirà l'interminabile giallo. Si annuncia da sei mesi la famosa
spallata di Silvio Berlusconi al debolissimo Romano Prodi, che invece è
riuscito a far passare il decreto fiscale al Senato senza neppure ricorrere
alla fiducia. Si fanno pettegolezzi su questo o quel parlamentare in
procinto di passare da questa o da quella parte. Ogni singola frase di
Mastella viene soppesata e sezionata da mute di dietrologi alla ricerca di
un segnale dell'imminente crisi di governo. Un inconsapevole omaggio alla
vecchia rubrica di Cuore: "Ecchissenefrega".
Nel frattempo, la politica vera si fa altrove. Nessuno si accorge che in sei
mesi il debole Prodi ha cambiato la mappa del potere assai più di quanto non
sia riuscito a Berlusconi nei precedenti cinque anni. Da Palazzo Chigi ha
benedetto e favorito la fusione fra l'Intesa dell'amico Giovanni Bazoli e il
gruppo San Paolo-Imi, che farà nascere la quinta potenza bancaria
dell'Eurozona, un colosso da 60 miliardi di euro con 13 milioni di clienti.
Ha spinto Marco Tronchetti Provera alle dimissioni da Telecom e l'ha
sostituito con Guido Rossi, al quale aveva già affidato le presidenza della
Federcalcio in pieno scandalo. Ha rivoltato come un guanto i servizi segreti
italiani, con la destituzione di Nicolò Pollari, un ex intoccabile protetto
da cento padrini politici. Di passaggio, ha nominato il direttore del Tg1.
Ora si prepara a decidere i destini di Alitalia, Ferrovie, Poste,
Auotostrade, forse anche a influenzare la partita per le Generali. Per
essere un bonario parroco di campagna spaventato da mille ricatti, come lo
dipingono, non c'è male. L'avesse fatto Berlusconi, sarebbe scattato
l'allarme democratico. E' vero che Prodi agisce nell'interesse generale e
non personale. Il nuovo polo bancario servirà ad abbassare le tariffe, i
servizi segreti saranno più trasparenti e democratici. Il bel tg di Riotta,
che colleziona record di ascolti, non si può davvero paragonare con il
bollettino di propaganda di Mimun. Ma di qeste scelte importanti per il
futuro si discute meno che delle passeggiate di Diliberto in piazza.[Modificato da Desperate Cry 03/12/2006 15.17]