MEDITAZIONI SULLA CROCIFISSIONE

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 08:01
Pilato disse loro: "chi volete che io vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo? Volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?"
Gli sembrava assurdo che potessero preferire l'omicida. Ma i sacerdoti che in Gerusalemme si credevano padroni del campo , si erano abilmente sparsi fra il popolo per poter influenzare e dirigere a tempo; ed essi persuasero la folla di chiedere Barabba.

La folla gridò: " Togli costui e liberaci Barabba".

Era la proposta di uno scambio : come se essi avessero autorità sul "Costui" , e lo davano al posto di Barabba, verso cui mostrarono speciale interesse. Senza accorgersene, dicevano la verità, perchè il "Costui", era stato dato dal Cielo, alla folla, affinchè ricevesse il perdono del suo Barabba, del Barabba in ognuno di noi.





Era costume di alcuni di offrire ai condannati a morte una bevanda amara, che l'evangelista dice essere aceto mescolato con fiele, e vino condito con mirra; era allo scopo di ubriacare la persona e renderle meno atroce il supplizio.
L'offrirono anche a LUI, ed Egli , esempio di condiscendenza fino al massimo possibile non la rifiutò, l'accostò alle labbra , ma, avendola gustata non volle berne.
Era scritto di LUI (Salmo 69:21) : "Hanno messo fiele nella mia vivanda, e mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi". Ciò si riferisce a due distinti momenti; più tardi, quando chiese da bere, Gli diedero aceto; ma ora Egli non ha chiesto nulla, e profeticamente è detta "vivanda" , la bevanda addormentatrice che doveva produrre torpore e mitigare la sensazione della ignominia e dolore.

Il fare la volontà del Padre era per LUI, cibo e bevanda, ma l'uomo, ora debole ora violento, e sempre ignorante, ha cercato di avvelenarGli il cibo e la bevanda Celeste. Gesù non doveva morire da ubriaco, ma sentire tutto il dolore e conservare la mente lucida fino alla fine.

Egli rifiutò.

[Modificato da claudio.41 14/05/2006 8.02]

claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 09:42
Dopo che Gli inchiodarono mani e piedi, fu innalzato fra due ladroni: Egli offre la vittima che è Sè stesso, di definitiva offerta: ricordiamo che "se qualcuno ha qualcosa contro di noi, dobbiamo lasciare l'offerta e correre alla conciliazione", perciò, prima di occuparsi di altro, Egli aveva un compito da adempiere.

Davanti al mare di odio che Lo circondava, ciò che subito Lo interessò fu di assicurare il perdono dei crocifissori, e la richiesta si doveva stendere al di là della scena immediata; ai crocifissori di ogni tempo.

Le Sue labbra si aprirono, e sollevando il capo in alto, disse : "Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno".

Non negò il fatto, ma disse che non sapevano. Il popolo di Lui perisce, tante volte, per mancanza di conoscenza.
Quella , come tutte le Sue preghiere, fu esaudita.

Pietro, il giorno della Pentecoste, scusò quell'omicidio dicendolo consumato per ignoranza e invitò a ravvedimento.

Ora, Gesù, poteva occuparsi d'altro.
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 10:05
"Presso la croce stava sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria Maddalena".
Della madre era stato profetizzato : "E una spada trafiggerà a te stessa l'anima; affinchè i pensieri di molti cuori siano rivelati". "A te stessa", è l'energica espressione del testo.

Donna silenziosa e raccolta, abituata alla meditazione del conferire insieme, cose e parole.
Lo aveva seguito da vicino e, mi piace immaginare da quello che si intuisce del suo carattere robusto ed elevato, Lo aveva seguito senza alti lamenti. Doveva sembrare il quadro del dolore e della rassegnazione, in mezzo a due altre sante donne e vicino a quel giovane discepolo che era stato, nella cena, coricato sul petto di Gesù.

Gesù vide Sua madre ; e il "vide" ha significato più vasto che la scena immediata .
La madre dell'Uomo di dolori Lo accompagna fino alla croce; ha una missione da compiere fin la.

Le vari sezioni cristianesimo hanno errato nell'occuparsi di lei; alcuni hanno voluto far di lei troppo, ed han quasi oscurato la Deità di Gesù Cristo; altri han fatto di lei poco conto, e ciò è stato a spese dell'umanità di Gesù.

Il Figliolo dell'Uomo "vide" Sua madre, la donna che aveva avuto parte in Lui, Lo aveva portato in seno, si era occupata di Lui nei teneri anni, e Lo aveva seguito fino alla croce.
Al di là non poteva andare e non andò, la madre.

Il Figliolo dell'Uomo vide la madre; e il Figliolo di DIO vide la donna rara vicina al discepolo giovanetto, e pure discepolo raro. "E Gesù vedendo quì presente Sua madre e il discepolo che Egli amava (due che Egli amava) , disse a Sua madre: Donna, ecco tuo figlio".

Che farà questa donna macinata di dolore senza l'appoggio del giovanetto, la cui esistenza si sta aprendo sempre più all'entusiasmo e alla consacrazione?__ Tu hai bisogno di lui; "ecco tuo figlio".

Ma altresì, che farà Giovanni ( e in lui sono inclusi tutti i Giovanni, dal ministero elevato e tenero di amore), senza di lei, la donna dal cuore immerso nel dolore e nella meditazione? Perciò: "Poi disse al discepolo: Ecco tua madre".

Nè l'uno nè l'altra, da soli, sono tutta la Chiesa; ma tutti e due, ciascuno per ciò che è affidato, sono figura della Chiesa. "E da quel momento quel discepolo (non un discepolo qualunque) l'accolse in casa sua".
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 15:24
I due ladroni crocifissi ai lati, ingiuravano Gesù, scuotendo il capo; i principali sacerdoti, gli scribi, i farisei, facendosi beffe, dicevano : "Ha salvato altri e non può salvare se stesso. Scenda dalla croce e gli crederemo".

Era questa una delle ultime tentazioni, ma non Lo smosse. Però è profetico di quante volte, la voce nemica, a mezzo di una folla, anche religiosa, dirà ai discepoli di LUI: scendi giù di croce, insinuando che quella croce non è per loro..non sia nella volontà di DIO.

Egli restò, morì in croce : Aggiungevano : "Egli si è confidato in DIO, Lo liberi dunque..".

La corrente travolse i due ladroni ; cominciarono a rimproveragli le stesse cose, però non tutti e due a lungo. Uno si fermò, mentre l'altro continuò e fece un attacco più diretto e personale. "Se tu sei il Cristo, salva te stesso e noi".

Allora l'altro, rispondendo al compagno , disse : " Non hai tu timore neppur di DIO, essendo tu nello stesso supplizio?"

Quando aveva intuito che DIO era vicino a loro? Durante la valanga di insulti a cui egli stesso aveva preso parte; vedendo il modo col quale Gesù li accettava, senza risentimento, avrà allargato l' impressione che gli dovette fare quel domandare perdono per i crocifissori: timore neppur di DIO? Nemmeno ora? E gli sgorgò spontanea la confessione del passato . "Noi siamo giustamente condannati, perchè riceviamo la degna pena per i nostri misfatti; ma costui non ha commesso alcun misfatto".

Dunque, anche i ladroni, direttamente o indirettamente sapevano della vita di Gesù. Aveva cominciato da ciò che è più vicino a capirsi, e si elevava a misura che parlava, come sempre accade nei rapporti di Lui. A questo punto smise di parlare al compagno. Avevano misfatto assieme e assieme erano stati sentenziati e condannati, ma ora si dividono. Uno rimane dove è, e l'altro, novella aquila, vola dove è il vero sacrificio. ("dove sarà il CARNAME, là, si raduneranno le aquile").
E rivoltosi a Gesù, Gli disse : "Ricordati di me, quando sarai nel Tuo Regno".

Egli sì, aveva un Regno; la morte che stava facendo lo confermava, non aveva potuto mentire, LUI. Dove, come fosse il Regno, il ladrone non lo sapeva. Era certo che non era di questa terra, perchè non Gli diceva più di scendere dalla croce.

L'appello alla Pietà e non ad alcun merito. "ricordati di me"...

Gesù, che era stato zitto davanti agli insulti, rispose pronto all'appello di misericordia: "IO ti dico in verità, che oggi sarai con me in paradiso".

Aveva trovato un rimanente anche sulla croce.

Quel ravvedimento e quella confessione occupano pochi attimi, ma valgono millenni davanti a DIO.

Fu il solo conforto che Gesù ebbe da uomo, sulla croce. In faccia all'ignominia, all'insulto della folla e dei capi , il ladro cantò a Lui un inno di vittoria.

DIO, Lui: noi ben condannati; Lui, innocente! Lui RE!! Lui Pietoso!

Entrato in un patto d'amore dovette raccogliersi nell'aspettativa del colpo finale che lo avrebbe liberato, per potere, lui, il ladro, correre verso il Paradiso che gli era stato promesso per quello stesso giorno.
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 19:51
E all'ora nona Gesù gridò con gran voce:" Eloi, Eloi, lama sabactani? Cioè, Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?".

Alcuni di quelli presenti, pensavano che Egli chiamasse Elia e stavano a guardare se Elia verrebbe davvero . Non potevano capire quel grido; e neppure noi possiamo davvero intenderlo, se non in parte.
Lo aveva DIO abbandonato, come insinuavano i nemici? Perchè Lo aveva lasciato? La vittima, divenuta peccato, deve sperimentare che significhi stare nel cospetto di DIO; per un tempo, che non può essere misurato dall'uomo, Egli provò l'inferno.

Aveva lavorato e sofferto in presenza di DIO, Suo Padre; ma ora DIO stesso si nasconde da Lui. Quella fu davvero come la vera morte assaporata per tutti.
E serve a dirci che tutti i patimenti che si soffrono sono come nulla fino a che splende su di noi la presenza di DIO Padre. Quando Egli si nasconde, allora si conosce la morte.
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 20:13
Da quando aveva lasciato la sala della cena , Gesù non aveva assaggiato più nulla. la flagellazione Gli aveva fatto perdere sangue, e la crocifissione che continuava ad esaurirLo e dissanguarLo, doveva produrGli , sempre più, una febbre e sete ardente. Pure, non per il bisogno fisico, pur intenso che fosse, ma affinchè la Scrittura fosse adempiuta, disse : " Io ho sete".

Doveva conoscersi ciò che l'uomo dà a Lui, in cambio di ciò che Egli ha offerto e dato per soddisfare la nostra sete.
Egli ha invitato gli assetati a bere, ed ha promesso che dal loro seno coleranno fiumi d'acqua viva. Ha seta anche Lui! Ebbe sete al pozzo di Giacobbe, e chiese da bere alla donna di Samaria, ed ha sete ora, dall'alto della croce: è la sete dell'anima più grande di quella del corpo. Che darà, e come darà l'uomo a Lui che ha sete?

"Hanno messo del fiele nella mia vivanda" e , nella Sua sete, "Gli hanno dato da bere dell'aceto". Materialmente l'aceto, in quel momento, era un refrigerio; ma davanti a noi è la sete dell'invisibile. L'aceto è vino alterato; ecco ciò che l'uomo Gli ha dato.

"Affinchè si adempisse ". Volle dare un opportunità a qualcuno di fare un pò di bene a Lui. Ma come Gli fu dato l'aceto?

"Ora quì era posto un vaso pieno di aceto. Coloro intinta una spugna in quell'aceto e postola intorno ad una canna di issopo, gliela porsero alla bocca". Così, una spugna intinta, chissà come e quanto sudicia, non data con la mano, perchè richiedeva un pò di lavoro per costruire una specie di sgabello.

Ogni cosa è buona per chi domanda come per carità: così, se la vuole, la prenda come meglio può, sulla punta di una canna. Potrà bere, o sarà come un irrisione di aiuto? E non era meglio, secondo l'uomo, ora che è alla fine, non domandare nulla, e non prendere nulla?
Ma Egli che aveva domandato, prese così come Gli fu offerto.


Ci voleva anche quello e a quel modo, se no la cosa era incompleta. Quando ebbe preso l'aceto, Egli disse :
"Ogni cosa è compiuta".

Compiuta in Lui, da Lui.
claudio.41
00domenica 14 maggio 2006 22:13
La prima parola che ha detto sulla croce è stata "Padre".
L'ultima che la Sue labbra pronunzieranno, nel corpo della Sua umiliazione sarà pure "Padre". Visse e morì per il Padre. Si era vuotato di Sè nel venire al mondo: Ora si rivuotava ancora, e disse : "Padre, nelle Tue mani rimetto il mio Spirito". Poi, diede un grande grido e subito dopo chinò il capo.

Che volle dire il grido, e che il capo chinato? Tutto ha un significato. Da dove prese la forza per il grido immenso? Uno dei pochi gridi ricordati di LUI.

Agnello per essere ucciso e non aprire la bocca; Leone della tribù di Giuda per procurare ad altri la vittoria nella Sua morte.

Gli uomini uccisero l'Agnello; il Leone morì volontariamente.
L'Agnello tacque, il Leone gridò.
Come uomo era finito, come Figlio di DIO poteva non morire. Tutto era compiuto, la letizia del bene altrui Gli era davanti.

Gridò di vittoria, di potenza e d'autorità su tutte le forze nemiche. Il Tempio, non più casa del Padre, ma spelonca di ladri, dovette udire quel grido, la Sua Voce e si schiantò.I due segni, dall'Alto e dal basso, sono sulla croce. Ha chiesto da bere, ed ora grida di forza immensa.

Poi, subito dopo, Egli fa un atto significativo e simbolico. Che bisogno aveva di chinare il capo? Fra poco il capo si piegherà da sè, perchè nella postura della crocifissione non è possibile che , una volta morto, il capo resti dritto. Per gridare aveva sollevato la testa, ma Egli deve morire a testa chinata in segno di ubbidienza e sottomissione al Padre, fino alla fine. E perciò, senza attendere la morte, Egli, dopo il grido di potenza e vittoria, fa l'atto finale di sottomissione e adorazione al Padre.

"Chinato il capo rese lo spirito"
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 09:08
DOPO MORTO


Gli effetti furono più rapidi e simultanei di quello che si possa narrare. Dalle sei ore, mezzogiorno, fino alle nove (tre pomeridiane) ci furono tenebre sopra tutta la terra. Il sole si oscurò.

All'ora nona ci furono le tre ultime frasi del Signore Gesù : "Ho sete" ; "Tutto è compiuto" ; "Padre, nelle Tue mani rimetto il mio spirito".

Dopo il "Tutto è compiuto", aveva gridato, prima di rimettere lo Spirito nelle mani del Padre. E dopo che così si fu consegnato al Padre, di nuovo gettò un gran grido, con gran voce, e rese lo spirito.

"Ed ecco" (il rapido ecco!), la cortina del Tempio (che come sappiamo separava il luogo santo dal luogo santissimo, nel quale poteva entrare solo il Sommo Sacerdote una volta l'anno, ecco, quella cortina di separazione) si stracciò in due da cima a fondo" (l'opera di stracciare, fendere la secolare separazione, veniva dal Cielo).

La terrà tremò, le pietre si schiantarono, o, letteralmente le roccie furono rotte. Nello stesso tempo , i sepolcri furono aperti e, molti corpi dei santi che dormivano, resuscitarono.
Ma non apparvero subito, uscirono dai sepolcri dopo la resurrezione di Gesù (Matteo 27:53), perchè Egli doveva essere il primo a risorgere.

Non dobbiamo chiamare resurrezione nel senso finale quelle ricordate nell ' Antico Testamento, nè le altre accadute durante il ministero terreno di Gesù, perchè quelle persone tornarono a morire; Gesù e quei santi risuscitati non morirono più.
Nè dobbiamo confonderci per quel dirci che uscirono dai sepolcri dopo la resurrezione di Gesù, perchè quì come in molti altri passi, ci sono più lezioni in una. Il "risuscitarono", immediato ritorno alla vita unita al corpo, fu per mettere in evidenza la rapidità dell'effetto che ebbe Quella morte; l'apparire agli altri soltanto dopo la resurrezione, indica il rispetto dovuto a Gesù, capofila della Resurrezione.

Il primo atto si riferisce a questa vita, l'apparire poi, si riferisce alla vita abbondante che non finirà mai. Entrarono in Gerusalemme per uno scopo divino, ed apparvero a molti.

Ricordiamo che, circa un anno dopo che Eliseo era morto e seppellito, accadde qualche cosa che fu profetico di ciò di cui si è parlato ora: alcuni erano andati a seppellire un uomo, ed ecco che videro certe schiere nemiche. Come videro quelle schiere, gettarono il morto nella sepoltura di Eliseo, e il morto, come andò a toccare le ossa di Eliseo, si alzò in piedi.

Al Calvario è spirato Uno più grande di Eliseo: non occorse il tocco materiale; il semplice spirare di Lui aprì le tombe, e ridonò la vita.
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 09:37
"Ed il centurione che era quì presente di fronte a Gesù, visto che COSI' (questa è la versione del testo), così, aveva reso lo spirito, disse: veramente costui era giusto; era Figliolo di DIO".
Disse tutte e due le cose, cominciando da quella più vicina a capire, e salendo alla confessione della Deità.
La testimonianza non rimase senza eco, perchè anche altri vicini iniziarono a battersi il petto.

Non era la prima esecuzione a cui assisteva, perciò il vedere scorrere il sangue non era nuovo per lui. Ma appunto perchè abituato a vedere morire dei condannati, l'Uomo singolare del quale assisteva al martirio, attrasse la sua attenzione. I soldati, suoi inferiori, dividono i panni e poi tirano a sorte la tunica, alcuni passanti scuotono il capo e ingiuriano; e più di tutti, i nemici di Gesù si aggirano a saziare gli sguardi e aggiungono beffe e insulti; ma il centurione tace.

Non si è allontanato nemmeno di poco, come avrebbe potuto fare. Si piantò ai piedi della croce. San Marco dice : "Di fronte a Gesù". Una forza a lui sconosciuta, lo aveva come inchiodato di fronte al morente, e notò ciò che ad altri passava inosservato; un intenso lavorio si andava svolgendo in lui. Nulla di abbietto in quella morte; non una parola che tradisse il piano di quella vita che era stata sempre amore.

L'accusa era ben nota, che Gesù fosse seduttore, ed altro, e infine che doveva morire perchè si era fatto Figliolo di DIO.

Come Pilato, il centurione capì che le accuse erano infondate, e che, invece, quell'uomo era giusto; inoltre si fece strada in lui, nel suo animo, la certezza che vi era qualcosa di più, che Egli potesse essere veramente "Figlio di DIO".

Si disse : è un giusto; e non disse ma pensò che poteva essere "Figliolo di DIO". La prima parte la capì subito, la seconda non gli era chiara, e intanto continuò a contemplare.
Ed ecco che venne quel grido desolato di Eloi...Eloi....alcuni immaginarono che avesse chiamato Elia, e poi, ecco quell'oscurità, quel lutto nel Cielo, che dovette far morire ogni discorso in tutti; e poi le tenebre si dileguarono, ed Egli ricominciò a parlare. In quelle tre ore che l'umanità ha chiamato agonia, chissà quanto passò nel gran cuore di Gesù, chissà quale preghiera continua.

Tenebre, velo su quell'agonia; lo spettacolo era stato sospeso.
Tornata la luce, di nuovo Egli parla: sono poche parole. Il centurione vide quando Egli prese l'aceto, e poi udì quel grido immenso. Gesù aveva, dalla flagellazione in poi, perduto molto sangue; è meraviglia che non fosse già morto. Ed ora, da dove prendeva quella forza di gridare così?, con quella gran voce? Perchè dovette essere davvero una gran voce. Che farà ora? Se ha così gridato, chissà che farà; scenderà dalla croce? Ma, ecco che il grido forte è seguito da immediato contrasto: Egli piegò quetamente il capo e rese lo spirito.
E subito quel terremoto, quelle rocce schiantate; qualche altra cosa ancora si è schiantata ; una rocca si è aperta. Le convulsioni delle cose erano pallida immagine del terremoto dell'anima del centurione. Gridò anche lui, e dovette farlo con voce forte da essere udito; le parole, poche, furono raccolte e ripetute : "Veramente quest'uomo era Figliolo di DIO".

Era stato di fronte alla croce. Aveva visto morire Uno di cui si può dire , come per altre cose fu detto : "Nessun uomo morì come costui".

Del centurione non sappiamo più nulla, la tradizione pietosa si è impadronita anche di lui. Un giorno nel regno della luce, sapremo il finale. E chissà che il suo grido non fu il primo messaggio della croce--- udito e raccolto dalla folla, della quale leggiamo : "E tutte le folle che si erano radunate a questo spettacolo, se ne tornarono a casa bettendosi il petto".
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 10:06
LA SEPOLTURA -- GIUSEPPE D'ARIMATEA

IL centurione ha dato la più gloriosa testimonianza, ma non fa altro; le folle sono passate da uno spettacolo all'altro e spaventate, se ne sono tornate battendosi il petto, ma non fanno nulla per la sepoltura di Gesù. Ci sono i conoscenti e le donne che l'hanno seguito dalla Galilea: tanta devozione non verrà meno però, anche questo gruppo non fa nulla.

"Ora tutti i Suoi conoscenti (TUTTI), e le donne che l'avevano seguito, si fermarono da lontano, guardando queste cose".

Questo gruppo è come stordito dall'immensità della tragedia; non hanno l'animo di avvicinarsi alle croci; un santo riserbo li tiene lontani, mentre la tenace affezione li ha inchiodati in quel posto e non possono decidersi ad allontanarsi.
"Si fermarono da lontano, guardando".

Il cadavere è ancora appeso; tra poco comincia il Sabato, e bisogna che sia tirato giù. Forse sarà trascinato, buttato ignominosamente nel vicino burrone. Quand'ecco, appare un certo uomo, di nome Giuseppe, che era consigliere, uomo per bene e retto, il quale non aveva acconsentito al consiglio ed all'atto loro; ed era di Arimatea, città dei Giudei, e aspettava anche lui, il regno di DIO. Costui andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù.

Proprio quando le folle sono partite commosse ma, in sostanza, sempre indifferenti; e i più intimi come instupiditi, guardano da lontano, in quel tempo e per quella circostanza , "un certo uomo", coma a dire, preparato dalla Provvidenza, uno fino ad ora sconosciuto e tenuto in serbo per quel momento. Alcuni hanno potuto seguire fin là, ora, ci vuole un altro.

Altri evangelisti aggiungono alcune particolarità :

"Sulla sera, venne un uomo di Arimatea....anche egli discepolo di Gesù". Discepolo occulto, per paura dei Giudei.
Tutti e quattro gli evangelisti ricordano qualche cosa di lui : uomo ricco, giusto, per bene, consigliere onorato, aspettava il regno di DIO anche lui, era discepolo, ma occulto, per paura dei Giudei.

Ora che i più intimi sono rimasti a guardare , l'uomo occulto e pauroso prende coraggio. Quando altri restano smarriti, egli prende coraggio di sfidare l'opinione contraria. Essi hanno mostrato coraggio verso il vivente, ma egli lo mostra ora che il Maestro è morto.

DIO ha sempre qualcuno in certe crisi, per continuare il Suo piano: un evento a noi imprevisto, che lega il passato al futuro come anello di continuazione, ed ecco l'uomo, il meno adatto avremmo pensato noi, perchè "nascosto, sconosciuto all folle".

Il personaggio chiese il corpo a Pilato, e Pilato acconsentì.
"Ed egli comprò un panno di lino, Tirò Gesù, giù dalla croce , l'avvolse nel panno e lo pose nella tomba NUOVA, che egli aveva fatto tagliare dentro la roccia e nel quale non era stato seppellito nessuno, e fece rotolare una grande pietra davanti all'apertura della tomba".

All'atto pietoso partecipò anche Nicodemo, anch'esso uomo nascosto. Così l'evangelista Giovanni descrive la cooperazione. "Ora venne anche Nicodemo , che al principio era venuto di notte, portando circa cento libbre di una composizione di mirra e aloe. Essi dunque, presero il corpo di Gesù, e l'avvolsero nel lenzuolo, con questi olii aromatici, secondo che era l'usanza dei Giudei d'inbalsamare".

[Modificato da claudio.41 15/05/2006 10.07]

claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 14:39
Questo atto di Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo, che abbiamo visto sopra, ha varie lezioni, come ne hanno tutte le cose che riguardano Lui; ed hanno valore profetico.

Il Signore ha sempre qualcun'altro pronto per il Suo servizio, checchè avvenga di quelli che stanno servendo ora. La morte di Gesù ebbe per quei due vecchi più efficacia che tutto il tempo in cui Gesù era andato attorno. Paurosi e troppo prudenti durante la Sua vita, divennero coraggiosi alla Sua morte. La lezione che ricavarono dalla morte innocente fu più di tutti gli ammaestramenti ricevuti in vita. Anzi, la morte rese efficaci le parole del Vivente. Elevato in alto, traeva tutti a Sè. Non ci fu bisogno di accordo; la stessa forza misteriosa attrasse e fece incontrare ai piedi della croce, i due vecchi.

Ma ci sono altre lezioni:

Non possiamo dimenticare quel gruppo di persone devote, che Lo hanno seguito a lungo, attraverso tempeste , e sono rimaste tutto il giorno ad assaporare la tragedia, ma sono smarrite e non sono nè lontane, nè vicine. Non hanno coraggio di farsi avanti e non hanno animo di andarsene, mentre il corpo è là, esposto a vituperio.

L'ardire del vecchio discepolo nascosto rianima anche quelli che sono avviliti. Videro Giuseppe, guardando da lontano. Videro, compresero e si incoraggiarono anche loro. Seguirono Giuseppe, guardarono la tomba, e come il corpo di Gesù vi era posto. L'iniziativa del seppellimento era venuta da un altro; essi, non vi presero parte. ma nulla fu perso. Videro, guardarono; ormai tutto il lavoro era intorno al corpo.

Le donne prepararono gli aromi e gli olii profumati e si riposarono il Sabato. Quel giorno è profezia del vero Sabato , per cui riprendiamo nuovo vigore, prima di rimetterci al servizio di amore.

E si prepararono affinchè appena possibile, fossero le prime a giungere al sepolcro nuovo, per imbalsamare il corpo. Avevano considerato, con tenerezza, come era stato posto nella tomba.

Tutto ciò è figura di un popolo che, stanco e come smarrito per ciò che avviene ad altro Corpo (la Chiesa) è rimasto stordito e confuso, incapace di muoversi avanti, deciso però a non tornare indietro, e sta guardando quando, ecco, sorgere da persone inaspettate, da quelle che avremmo credute le meno adatte, un aiuto coraggioso, anzi, una responsabilità affrontata a favore del piano di DIO. Gli ultimi, e i non pensati sono divenuti i primi; ma i primi, i devoti , non sono divenuti gli ultimi. Hanno bisogno di un esempio che li incoraggi . Ora che lo hanno non si lamentano che l'aiuto è venuto, non da loro, ma sono contenti che la cosa sia fatta; seguono con riverenza il ministero sconosciuto e pietoso e non azzardano di prendere il primato. Considerano e si preparano agli aromi per il terzo giorno (Aromi, figura di vera Adorazione= terzo giorno, di resurrezione, Spirito Santo IN).

Ministeri di amore si sono incontrati. L'ardire , a tempo, dell'occulto discepolo è servito a rinvigorire l'ardire antico che veniva meno in coloro che non avevano mai cessato di essere discepoli. Un piccolo rimanente è stato incoraggiato da imprevisti ministeri.

Vi è ancora del lavoro da fare intorno a quel Corpo, alla Chiesa. L'uno ne ha preso cura perchè decentemente sia posto nel monumento nuovo. Il monumento, e il come della sepoltura, hanno attratto l'attenzione degli antichi discepoli, e questi proseguono a lavorare, preparano gli aromi per il terzo giorno. E non sanno che quando avranno vegliato e atteso, in quel
mattino, non troveranno più il corpo, ma la Pienezza della Resurrezione.
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 17:00
IL MATTINO DELLA RESURREZIONE --- MARIA MADDALENA

Di Quel glorioso mattino, si è già detto , per cui, lo riporto quì.
Solo qualche piccola aggiunta e cambiamento, per continuare a sviluppare il tema....


Dissero due angeli alla Maddalena : " donna, perchè piangi".

"Perchè hanno tolto il corpo del mio Signore,e non sò dove lo hanno messo", rispose lei.

Era andata alla tomba , da sola, per onorare il Maestro ormai morto, mai , avrebbe immaginato di trovarLO vivo.

Non si lasciò distrarre dalla visione degli angeli, no, lei era immersa nel suo dolore per non aver trovato il corpo di Gesù e la tomba , vuota.

Ecco che Gesù ( non riconosciuto da lei ), si presentò, e disse :"Donna, perchè piangi?- Chi cerchi? ".

Maddalena credette si trattasse dell'ortolano e rispose: " signore, se tu lo hai portato via, dimmi dove lo hai deposto e io lo prenderò ", non disse altro. Qualcuno lo ha portato da un altra parte, lei, da sola, lo riprenderà e lo metterà al posto.

Davanti a tanta devozione sincera, il Signore si fece conoscere , chiamandola per nome. "Maria". Bastò. Lei non ebbe bisogno di altra prova. " Rabbonì " ( che significa Maestro ), gli disse. DicendoGLI così, si prostrò ai Suoi piedi, ma Gesù le disse : " Non toccarmi, perchè non sono ancora salito al Padre mio ".

Queste parole hanno un significato : che nella resurrezione non possiamo tenere le relazioni di prima, ma che, ogni volta , dobbiamo prima ascendere al Padre, e poi avere relazioni, anche coi più intimi. difatti, è ben altra la vita della resurrezione per cui impariamo a vivere il " d'ora in avanti " , come dice paolo ( 2 corinzi 5:16-17 ). La devozione di lei, portò a nuova relazione. A lei che aveva mostrato tanta devozione al corpo, il Signore dette una commissione che è profetica della relazione degli eletti al Corpo, cioè al nuovo Corpo che il Padre prepara, il Corpo di Cristo, la Chiesa, ossa delle Sue ossa e carne della Sua carne.

Gesù le disse : " Ma và ai Miei fratelli e dì loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al DIO mio e DIO vostro ". A Maddalena che cercava con infinito amore e devozione il corpo, pronta a quasiasi sacrificio, fù dato il messaggio per il Corpo, cioè per la Chiesa.

Maddalena andò e annunciò. Aveva visto, udito il Signore, e il messaggio di lei profetizza chi sono quelli che cercano, in Gesù, il Corpo, e non fanno altro pianto e cordoglio se non perchè vedono che hanno tolto il Corpo e non si fermano finchè non hanno avuto rivelato il Signore nella resurrezione, udito il messaggio: " Padre - DIO "; conoscere da ora in avanti che il Padre di Gesù è anche nostro Padre, che DIO di Gesù è , per la resurrezione, anche nostro DIO.

Quella donna di Galilea ebbe il privilegio di portare il primo messaggio della Resurrezione, apostola degli apostoli, dopo che aveva perseverato in amore tenace e riverente, vicino alla tomba vuota, udendo, vedendo per un momento, altri personaggi, senza essere distratta, perfino da angeli, dallo scopo. Perciò aveva girato e rigirato il capo fino a che non ebbe udito quella Voce ben nota che la chiamò per nome.
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 17:43
ED A PIETRO.....

(Marco 16:7)

E alle donne riunite, l'angelo disse :

"Non vi spaventate. Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato...ma andate e dite ai Suoi fratelli ed a Pietro che Egli vi precede in Galilea...."

ED a Pietro!

Dove il bisogno è maggiore, il Signore usa la più grande pietà. Vicino al ricordo che la terra era (diventata) una cosa deserta e vacua, e tenebre erano sopra la faccia dell'abisso, leggiamo che lo Spirito di DIO si muoveva sopra la faccia delle acque. Quel muoversi dello Spirito sulla immensa rovina, di cui non abbiamo storia, è profezia di ogni futuro movimento su tutte la altre rovine, come a dire che Egli è pronto all'opera di ristoramento.

Il Signore manda più aiuto dove più grande è il bisogno : nel corpo umano il vigore generale corre a soccorrere le membra più deboli, figura di ciò che il Signore vuole nella Chiesa, dove occorre maggiore cura verso i più bisognosi.

Pietro aveva rinnegato Gesù; all'incontro dello sguardo di Lui, era uscito fuori ed aveva pianto amaramente, ma nulla altro sappiamo. Anche se avesse ricordato e tratto profitto della gloriosa rassicurazione che Gesù aveva pregato affinchè la fede non gli venisse meno, e che quando sarebbe stato convertito avrebbe confermato i fratelli, anche se avesse ricordato queste parole, è assai incerto che le poteva valutare in tutta la benefica estensione: perdonato, può essere, ma non oltre, egli pensava.

Le prime notizie della Resurrezione trovarono i discepoli storditi e increduli, ma non oppressi dal senso di un grave mancamento, tranne Pietro. Questi si tenne insieme agli altri, addolorato come gli altri, e diverso dagli altri, vergognoso di sè.

Alla Resurrezione non credevano, non l'aspettavano: ed ecco che arrivarono le donne col messaggio straordinario, che erano andate alla tomba, avevano trovato la pietra rotolata, ed essendo entrate avevano visto un angelo seduto dal lato destro, vestito di una veste bianca, per cui erano state spaventate, e l'angelo aveva detto loro: non vi spaventate; voi cercate Gesù, che è stato crocifisso; Egli è Resuscitato; Egli non è quì; ecco il luogo dove lo avevano posto. E dopo era venuto il messaggio da portare ai discepoli : "Ma andate a dire ai Suoi discepoli, ed a Pietro, che Egli vi precede in Galilea; quì Lo vedrete, come Egli ha detto".

Pietro era assieme agli altri. Alle parole : "Andate e dite ai Suoi discepoli", dovette sentire una sospensione di angoscia, non lunga perchè le parole consolanti, personali, seguirono immediatamente; ma anche un lampo è sufficiente a mostrare gli abissi dell'animo. I discepoli erano tutti là; ma egli, era ancora discepolo? Che diritto aveva a quel messaggio? Però la sapienza e carità del Signore avevano preveduto il conflitto del travagliato Pietro, e il possibile senso di superiorità nei cuori degli altri per cui potevano guardarlo come caduto dal privilegio; perciò aggiunse : " ed a Pietro", come a togliere ogni dubbio.

"ED a Pietro". Non si dimentichi Pietro; non si manchi di darne l'annuncio, personale e diretto, a Pietro: come per mostrare che il Signore sapeva che era travagliato e in dubbio sulla sua sorte.

Si noti che se vi era un tempo , secondo l'uomo, in cui si doveva chiamare Simone e non Pietro, era allora. Simone è il nome umano, laddove Pietro è il nome nuovo: rocca, fortezza.
Sentiamo l'eco delle parole : "Tu sei beato....ed Io altresì ti dico, che tu sei Pietro e su questa Pietra Io edificherò la mia Chiesa....".

Molte cose erano accadute da quando queste parole erano state pronunciate, e , tra le altre, quell'arresto, e poi il rinnegamento così vergognoso, vicino a Lui. Se pietà ci sarà, sarà per Simone, ma chi penserà al nome di vittoria, a Pietro? Anche se avrà compassione, e vorrà ristorarlo, chissà cosa sarà del nome, e se pure il nome sarà ridato, chissà dopo quanti moniti e avvisi; e se, e ma...

Ma Iddio non è un uomo! I Suoi doni , e le vocazioni, sono senza pentimento; le Sue mani sono tenaci per non lasciare sfuggire coloro che Egli ha cominciato a lavorare; ristora l'uomo caduto e, anzi, attraverso le stesse cadute, lo porta più vicino a Sè stesso, e lo abilita a servire meglio.

Più tardi, dirà al discepolo : "Simone, figliolo di Giona" (chiamandolo così ancora, col nome antico), ma ora no, nell'annuncio dice : "A Pietro".

Dategli il messaggio nonostante l'accaduto; tutti dovevano attendere,e, fra tutti, non si dimentichi il discepolo Pietro. Come a proclamare che la promessa fattagli non era stata annullata.
A Pietro ancora, sempre Pietro, perchè la Pietà aveva previsto la caduta , e insieme anche il rimedio.

Il messaggio sarà seguito, a breve distanza, da un incontro particolare. San Paolo, nel ricordare le apparizioni di Gesù, dopo la Resurrezione, ricorda : ".....e che risuscitò il terzo giorno.....e apparve a Cefa (Pietro) , e poi agli undici". Prima a Pietro e poi agli altri. Pietro ne aveva più bisogno. Vi era stata l'affermazione consolatrice che Gesù aveva pregato per lui, e sarebbe stato convertito per confermare altri; ma non bastò; ci fu l'annuncio di quelle donne con quelle parole "ed a Pietro" ; eppure non si limitò a quelle, ma volle, il Compassionevole e Gentile Pastore , cercare fra le pecore smarrite, quella che più era bisognosa, perciò lo incontrò solo a solo. Non sappiamo che gli disse.

Il segreto è serbato affinchè si consideri segreto ogni incontro fra le anime cadute in errori, e il Ristoratore di rovine.

Colui al quale molto è stato perdonato, molto ama. Gesù non abbandona i caduti, ma li cerca con tenerezza uguale al bisogno. EGLI E' IL REDENTORE ALL' ESTREMO .
claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 18:25
A PORTE CHIUSE


I discepoli furono lenti a credere alla Resurrezione. I ripetuti ammaestramenti, e le apparizioni parziali non erano state sufficienti.

Quella sera , essi erano radunati , e le porte serrate, per paura dei Giudei; Gesù si presentò loro nel mezzo e disse : "Pace a voi". Vi è un tempo per Lui di picchiare affinchè Gli apriamo, e un tempo di entrare a porte chiuse: se avesse picchiato alla porta, chissà se e dopo quanto gli avrebbero aperto.

C'è spesso, nelle esperienze dei santi, quello starsene a porte serrate, per paura proprio dei Giudei, del popolo che dovrebbe vivere alla lode di DIO. Molte volte, infatti, abbiamo chiuso il cuore; ed Egli non ci ha forzato, ma è venuto ed è stato in mezzo a noi, a ciascuno di noi.

Il Signore li aveva assicurati che non avrebbero ricevuto alcun male, che nemmeno un capello del loro capo sarebbe caduto a terra, senza la volontà del Padre; ma essi erano atterriti: più tardi, diverranno coraggiosi.

Unendo i due ricordi, in Luca e Giovanni, leggiamo che essi erano smarriti ed impauriti, pensavano di vedere uno spirito. Dalla paura di quelli di fuori, erano passati ad altra paura. Ed Egli disse loro : "Perchè siete turbati? e perchè salgono ragionamenti nei vostri cuori? Vedete le mie mani ed i miei piedi; perchè sono io; toccatemi e vedete, perchè uno spirito non ha carne, nè ossa, come mi vedete avere. E detto questo mostrò loro le mani ed i piedi".

Carne ed ossa: non disse sangue, perchè lo aveva versato in espiazione. Carne e sangue non entrano nel Regno dei Cieli; perciò era carne ed ossa: al posto del sangue scorre lo Spirito di DIO, il chè dà al corpo una qualità che non aveva prima.
Per quanto il memoriale del sangue è eterno nel cielo, pure i corpi risuscitati saranno composti di carne ed ossa. "Uno spirito non ha carne ed ossa". Volle insistere nella realtà visibile e tangibile del Suo corpo; lezione preziosa, perchè anticipava la risposta alle eresie di quelli che hanno argomentato sul corpo di Gesù, facendone pressochè un ombra.

Il segno che diede della verità della Sua Resurrezione, e che era Lui, non fu quello di essere entrato a porte chiuse, perchè anche uno spirito può entrare a porte chiuse; le Sue credenziali furono la mani e i piedi forati : "Vedete le mie mani ed i miei piedi" e poi mostrò ampie ferite, ricordo eterno della crocifissione.

Il segno, alla Sua nascita, era stato che il fanciullino era fasciato e coricato nella mangiatoia; e alla Sua Resurrezione sono le impronte, stimmate, del martirio. Insistette, affinchè non perdiamo di vista il Figliolo dell'Uomo. I discepoli non credevano ancora, per la troppa gioia; ed Egli chiese loro se avessero qualcosa da mangiare. Gli diedero un pezzo di pesce arrostito. Egli mangiò in loro prsenza.

Aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro che così conveniva che il Cristo soffrisse e al terzo giorno risuscitasse dai morti, e che, nel Suo Nome, si predicasse remissione dei peccati fra tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.

Tutti e due gli evangelisti insistono che il Signore si fece conoscere, insistette perchè fosse riconosciuto che era Lui, dalle impronte delle ferite.

Giovanni dopo il primo "Pace a voi", aggiunge : "E detto questo mostrò loro le Sue mani ed il costato". "Poi di nuovo dise loro : Pace a voi. Come il Padre mi ha mandato, così io mando voi".

"E detto questo soffiò (le parole "loro nel viso" sono aggiunte dal traduttore); e disse : Ricevete lo Spirito Santo. A chi avrete rimesso i peccati saranno rimessi, ed a chi li avrete ritenuti daranno ritenuti". Una versione più vicina all'originale dice : " Se di chiunque possiate perdonare i peccati, saranno perdonati; se di chiunque possiate ritenerli, saranno ritenuti".
Voleva dire del legare e sciogliere di cui è parola dopo la confessione di Pietro, ripetuto poi a tutti i discepoli (Matteo 18:18).

Quanti sistemi fabbricati su queste parole!
Eppure una semplice investigazione ci porta a conclusioni molto più semplici.

Quel soffio, col dire : ricevete lo Spirito Santo, non annulla la precedente affermazione che i nomi dei discepoli erano già scritti in Cielo (Luca 10:20), e non annulla , nè diminuisce, la promessa del Padre, la quale dovevano attendere in Gerusalemme, prima di annunciare l'Evangelo.


Mancando le parole "nel viso", quel soffio è profetico di ogni soffio di Spirito Santo con cui Egli ci visita, prima di poter capire la condizione degli altri, per essere abilitati a sciogliere e legare, a rimettere o ritenere peccati. Non è l'uomo che scioglie nè lega, ma Gesù stesso, e l'uomo su cui Egli ha soffiato, il quale viene illuminato a comprendere se si deve ritenere o perdonare. La versione più letterale che si è già data, e che dice "possiate", significa che, se l'uomo è illuminato dall' Alto, e vede che si possa rimettere o legare, così avverrà, come lo Spirito Santo , volta per volta, avrà fatto capire.

E che quel soffio era soltanto simbolico di ciò che si sarebbe dovuto attendere, è chiaro anche dal fatto che mancava uno dei discepoli, Tommaso, e che non fu ripetuto quando, otto giorni dopo, egli si trovò con gli altri e Gesù tornò in mezzo a loro e disse : "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi".

"COME -- COSI'" . Egli non è stato riconosciuto dagli uomini, tranne da quelli che furono illuminati dallo Spirito del Padre per riceverLo; così dei discepoli; le loro credenziali non sono in documenti esteriori, o in qualunque sistema, ma nel lavoro segreto dello Spirito Santo. Di certo, ciò darebbe luogo a malintesi e dubbi, perchè ci saranno molti pretendenti , ma Egli aveva avvertito che le Sue aquile si raccoglierebbero presso al carname, al corpo sacrificato.

"Come -- Così". Egli non presentò Sè stesso, ma solo e sempre il Padre . Così i veri discepoli vivrebbero e presenterebbeo sempre e solo Gesù.



claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 18:53
Tommaso non era stato presente; gli altri discepoli gli dissero : "Noi abbiamo visto il Signore; ma egli disse loro : se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il dito del segno dei chiodi e la mano nel suo costato, io non crederò".

Tommaso , era l'unico che che nell'occasione della morte di Lazzaro disse : "Andiamo anche noi affinchè muoriamo con Lui". Il suo era un amore tenace e deciso a qualunque sofferenza; di uno di quei caratteri che vedono piuttosto il lato oscuro delle cose, ma che sono decisi a qualunque abnegazione. Tali posseggono una certa incredulità intorno alla riuscita, ma non per questo si tirano indietro, perchè hanno fatto la rinunzia di sè stessi, e sono rassegnati al peggio.

Lui risuscitato! si disse . Ah! se ciò poi fosse un illusione come sarebbe più doloroso! Meglio non darmi presto alla gioia, e attendere di verificare in modo da non lasciare alcun dubbio.
E disse che voleva mettere il dito nel foro dei chiodi e la mano nel Suo costato: un apparizione qualunque non lo avrebbe appagato.

A parte ciò che c'è da correggere in queste parole, cioè, una certa incredulità, la decisione di Tommaso è la sola che ci libera da inganni. Il demonio sà imitare tante cose, ma non può riprodurre le stimmate della Croce. Come di Gesù , così dei discepoli. Essi saranno riconosciuti dalle mani crocifisse (impossibilitate al male , e lavoro SOLO per la di Lui gloria) ed il petto squarciato (di amore).

"E otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo riuniti dentro la casa e Tommaso era con loro. E Gesù, essendo le porte serrate, si presentò quì nel mezzo e disse : "Pace a voi". Poi disse a Tommaso: Metti quà il dito e vedi le mie mani; Metti anche la mano nel mio costato".

Ma il discepolo non ebbe bisogno di arrivare fino a tanto.
Aveva visto, udito Lui, e gli bastava; si affrettò a risponderGli : "SIGNORE MIO E DIO MIO". E non aggiunse altro, come volesse dire : dimmi tutto quello che vuoi, ma l'importante è che Tu ci sei.
Tardò ad accettare e a credere, non per malvagia incredulità, come si è detto, ma per il desiderio di voler andar cauto per non provare disinganno ; poi, quando è stato accertato, fa la più alta confessione : "SIGNORE MIO E DIO MIO".

"Gesù gli disse : perchè tu hai visto, Tommaso, tu credi; beati coloro che non hanno visto ed avranno creduto".

Era questa la nuova promessa ai futuri discepoli che non avendo goduto i privilegi degli apostoli e di quegli altri che videro Gesù in carne, pure, Gli avrebbero creduto. Sono la profezia delle parole di 1 Pietro 1:8 : "Il quale benchè non Lo abbiate visto, voi Lo amate".








"Ora Gesù fece ancora , in presenza dei Suoi discepoli, molti altri miracoli, i quali non sono scritti in questo libro. Ma queste cose sono scritte, affinchè voi crediate che GESU' è il CRISTO, il FIGLIOLO di DIO; e affinchè, CREDENDO , ABBIATE VITA, NEL SUO NOME"




[Modificato da claudio.41 15/05/2006 18.54]

claudio.41
00lunedì 15 maggio 2006 22:43
PASCI LE MIE PECORE -- PASCI I MIEI AGNELLI(Giovanni 21:15-17)

"E tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli".

La commissione più delicata e difficile venne profetizzata nello stesso tempo che si avvertiva che Pietro avrebbe rinnegato. Pietro non comprese; ma le parole del Signore, se non presto, vengono capite più in là da quelli che , come Pietro, vogliono fare la volontà del Signore.

La Parola deve, in ogni anima, produrre prima erba, poi spiga, poi grano nella spiga.

Capire una verità non è lo stesso che viverla. DIO è paziente, e vuole che noi pure siamo pazienti gli uni verso gli altri. "Conferma i tuoi fratelli". Non è l'annunciare il Vangelo a quelli che non lo hanno mai udito; ma un avvicinare, con tatto e sapienza speciale, un popolo, a volte non numeroso, che già ha sperimentato le dolcezze dell'amore di DIO e il Suo perdono, ed ha bisogno di conferma. Tante cose sono avvenute; dopo aver accettato il Signore Gesù, sono venuti i conflitti in loro, e fuori di loro. L'entusiasmo provato appena usciti dall'Egitto è venuto meno, sono cominciati i mormorii in alcuni, in altri si è visto del male. E' allora che occorre quel ministro speciale che si chiama "CONFERMA"; ministero difficile e che richiede una lunga disciplina, la quale ci porti a diffidare di noi, perchè anche noi ci saremo trovati mancanti; ci porta a confidare di più, sempre di più, nel Signore e avere maggiore tenerezza verso altri.

Pietro, un giorno, dalla memoria del passato umiliante, sarà inclinato a pazienza e compassione verso i deboli fratelli, riconoscendo che anch'egli è circondato di infermità, ed avrà acquistato quel tatto di saper trattare le debolezze ed errori altrui. Il confermare è solo un inizio verso alture di vasto ministero, fino a quello, più alto di tutti, riservato a coloro che saranno passati per la "cenere" , "spirito angustiato" e "ammanto di duolo", ai quali sarà dato di "ristorare rovine", "riedificare città desolate". Perchè DIO si diletta in misericordia. Nella MISERICORDIA. E dove, questa divina qualità viene meglio esercitata, se non dove c'è maggiore rovina e miseria?.

Ma prima di confermare venne la commissione delicata di pascere. Pietro ha rinnegato, ha pianto; il Signore gli ha mandato un messaggio personale: Dite "a Pietro", e poi lo ha incontrato solo a solo. La fede di Pietro nell'amore del Signore non è venuta meno, mentre l'uomo, personalmente, è venuto meno. Il tempo è maturo per dirgli qualche cosa nei rapporti del lavoro a cui è destinato.

L'ora, il luogo, le circostanze sono notevoli. L'immpaziente, energico discepolo, aveva detto che se ne andava a pescare .

Ma quella notte non presero nulla. L'energia umana bisogna che si stanchi fino al mattino; Nel mattino Gesù si presentò sulla riva : "Avete del pesce?" , disse . "NO", gli risposero. L'ora della notte è propizia per pescare, ma nel campo dello spirito, si pesca solo alla voce di Gesù .

Essi gettarono allora la rete ed ebbero la seconda pesca miracolosa. "Egli è il Signore" disse Giovanni, pronto a vedere, all'altro, Pietro, pronto all'azione. Pietro cinse la sua veste e si gettò in mare.

Come furono tutti a terra, videro della brace e del pesce che cuoceva. La pesca servirà ad altri; il cibo per loro è preparato da Quella mano.

Dopo che ebbero mangiato, Gesù disse a Simone di Giona (si noti quel nome antico). "Simone di Giona. Mi ami tu più di questi?"
La domanda fu rivolta a Simone, ma Pietro, l'uomo della grazia rispose : "Veramente , Signore, tu sai che ti amo".

Se non conosciamo noi stessi, molto meno possiamo leggere nel cuore di altri: "Io ti amo", e non fece paragoni. Poteva sembrare una strana affermazione, dopo il famoso rinnegamento, ma Pietro fa appello a Gesù stesso "Tu sai". Come a dire che quali fossero le contrarie apparenze, Gesù sapeva ciò che le apparenze non dicevano: "Tu sai".

Gesù gli disse : "Pasci i miei agnelli".

Il lavoro del Signore è insistente. "Gli disse ancora, la seconda volta : Simone di Giona, mi ami tu?". La prima domanda è amore relativo: "più di altri"; la seconda è amore assoluto : "Mi ami tu?". "Veramente Signore, tu lo sai che io ti amo".

"Pasci le mie pecore".

Il rinnegamento era stato fatto tre volte e triplice fu la domanda di amore. Il Signore "gli disse la terza volta: Simone di Giona, mi ami tu?". Pietro, afflitto che fosse interrogato tre volte, rispose più a lungo : "Tu sai ogni cosa, Tu sai che io ti amo".

Quello che è stato è stato, come che sia la mia fragilità, io mi appello a Te stesso. Tu solo puoi sapere. E, infatti , nessuno può accreditarci alcuna cosa quando siamo falliti, nessun uomo può sperare in noi, se non Colui che conosce ogni cosa: assieme al fallimento conosce i nostri temperamenti e la forza delle circostanze. Benedetto Signore. Da un lato,la conoscenza che Egli ha, ci umilia, dall'altro, se Lo amiamo, incoraggia.

E Gesù disse : "Pasci le mie pecore".

Mi ami più di costroro? -- Mi ami? -- Mi ami? ---Ti amo --Ti amo ---Ti amo --- E poi la triplice commissione : Pasci, pasci, pasci!!!

Pietro non aveva dovuto dimenticare le parole di Gesù riguardo al Buon Pastore, che deve essere disposto a mettere la vita per le pecore. Quanto ci vuole per servire agnelli e pecore! Nulla di meno che del triplice amore al Figliolo di DIO, perchè solo allora teniamo presente che sono i Suoi agnelli e le Sue pecore. Ci sono agnelli deboli, per cui occorre pazienza, e ci sono tante varietà di pecore, le grasse, le stanche, le storpie ... Occorre amore paziente e illuminato. Bisogna mettere la vita per le pecore.

Gli agnelli e le pecore non possono essere spinte con la furia, specie i deboli del gregge. Bisogna camminare adagio, davanti al gregge, per amore dei deboli. Oh, i pastori violenti!

E, soprattutto Pietro aveva davanti per quella commissione di pascere, la vita di Colui che così bene aveva saputo pascerlo, in quei tre anni memorabili e che tanto seppe compatirlo, e guidarlo, poi. Nella vechiaia la parola pascere gli è sempre davanti ed esorta gli anziani a pascere il gregge di DIO, avendone cura, non forzatamente, ma volontariamente; non come signoreggiando , ma essendo esempi del gregge, e, affinchè i pastori non vengano meno, l'apostolo addita loro Colui , nel cui Nome e per il cui amore, dobbiamo imparare a pascere e attendere : "Quando sarà apparso il Sommo Pastore, voi otterrete la corona della gloria che non appassisce"
(1 Pietro 5:2-3)
33.sandra
00martedì 15 maggio 2007 14:28
[SM=x795132] [SM=x795132] [SM=x795132] [SM=x795132] [SM=x795132] [SM=x795132] [SM=x795132]
[SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143]
[SM=x795135] [SM=x795135] [SM=x795135] [SM=x795135] [SM=x795135] [SM=x795135] [SM=x795135]
.ariel.
00domenica 12 aprile 2009 09:08
Re:
claudio.41, 15/05/2006 17.00:

IL MATTINO DELLA RESURREZIONE --- MARIA MADDALENA

Di Quel glorioso mattino, si è già detto , per cui, lo riporto quì.
Solo qualche piccola aggiunta e cambiamento, per continuare a sviluppare il tema....


Dissero due angeli alla Maddalena : " donna, perchè piangi".

"Perchè hanno tolto il corpo del mio Signore,e non sò dove lo hanno messo", rispose lei.

Era andata alla tomba , da sola, per onorare il Maestro ormai morto, mai , avrebbe immaginato di trovarLO vivo.

Non si lasciò distrarre dalla visione degli angeli, no, lei era immersa nel suo dolore per non aver trovato il corpo di Gesù e la tomba , vuota.

Ecco che Gesù ( non riconosciuto da lei ), si presentò, e disse :"Donna, perchè piangi?- Chi cerchi? ".

Maddalena credette si trattasse dell'ortolano e rispose: " signore, se tu lo hai portato via, dimmi dove lo hai deposto e io lo prenderò ", non disse altro. Qualcuno lo ha portato da un altra parte, lei, da sola, lo riprenderà e lo metterà al posto.

Davanti a tanta devozione sincera, il Signore si fece conoscere , chiamandola per nome. "Maria". Bastò. Lei non ebbe bisogno di altra prova. " Rabbonì " ( che significa Maestro ), gli disse. DicendoGLI così, si prostrò ai Suoi piedi, ma Gesù le disse : " Non toccarmi, perchè non sono ancora salito al Padre mio ".

Queste parole hanno un significato : che nella resurrezione non possiamo tenere le relazioni di prima, ma che, ogni volta , dobbiamo prima ascendere al Padre, e poi avere relazioni, anche coi più intimi. difatti, è ben altra la vita della resurrezione per cui impariamo a vivere il " d'ora in avanti " , come dice paolo ( 2 corinzi 5:16-17 ). La devozione di lei, portò a nuova relazione. A lei che aveva mostrato tanta devozione al corpo, il Signore dette una commissione che è profetica della relazione degli eletti al Corpo, cioè al nuovo Corpo che il Padre prepara, il Corpo di Cristo, la Chiesa, ossa delle Sue ossa e carne della Sua carne.

Gesù le disse : " Ma và ai Miei fratelli e dì loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al DIO mio e DIO vostro ". A Maddalena che cercava con infinito amore e devozione il corpo, pronta a quasiasi sacrificio, fù dato il messaggio per il Corpo, cioè per la Chiesa.

Maddalena andò e annunciò. Aveva visto, udito il Signore, e il messaggio di lei profetizza chi sono quelli che cercano, in Gesù, il Corpo, e non fanno altro pianto e cordoglio se non perchè vedono che hanno tolto il Corpo e non si fermano finchè non hanno avuto rivelato il Signore nella resurrezione, udito il messaggio: " Padre - DIO "; conoscere da ora in avanti che il Padre di Gesù è anche nostro Padre, che DIO di Gesù è , per la resurrezione, anche nostro DIO.

Quella donna di Galilea ebbe il privilegio di portare il primo messaggio della Resurrezione, apostola degli apostoli, dopo che aveva perseverato in amore tenace e riverente, vicino alla tomba vuota, udendo, vedendo per un momento, altri personaggi, senza essere distratta, perfino da angeli, dallo scopo. Perciò aveva girato e rigirato il capo fino a che non ebbe udito quella Voce ben nota che la chiamò per nome.






[SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795135] [SM=x795143] [SM=x795143] [SM=x795143]




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com