Kaiserlich Bayern - Baviera Imperiale

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Meleager
00lunedì 1 dicembre 2003 19:48
Il mio primo AAR! Vediamo un po' come lo giudicate... Ho rifuggito la tentazione di raccontare il tutto in prima persona, preferendo una sobria esposizione critica, come un libro di storia. Magari alla prossima cambierò stile. Bene, cominciamo.

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- Kaiserlich Bayern -
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Versione del gioco: EEP v.1.4.2a
Scenario di gioco: EEP Grand Campaign (1419-1819)
Paese: Baviera

OPZIONI DI GIOCO
Livello di difficoltà: Normale
Livello di aggressività AI: Aggressivo
Fantasy events: OFF
Wales independent: OFF
Using EU2 1.07b (removecot command): OFF

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Sul principio del XV secolo la Baviera si presentava come il più classico dei paesi feudali del tardo Medioevo: frazionata in diversi territori appartenenti ai vari rami della famiglia dei Wittelsbach (che comunque non consideravano i legami di parentela sufficienti ad evitare i frequenti conflitti), ognuno dei quali era un minuscolo stato all'interno del Sacro Impero Romano, estremamente decentralizzati e dominati da famiglie aristocratiche. Tutto ciò sta per cambiare. Il sogno del Duca di Baviera-Monaco Ernesto e dei suoi discendenti è trasformare i loro domini in una potenza a livello europeo, capace di rivaleggiare con i più illustri casati del continente e, forse, di puntare al più alto dei traguardi: il titolo di Imperatore. Cominciamo dunque dall'anno 1419.

PARTE PRIMA: I PRIMI ANNI
La nostra narrazione si apre nel ventiduesimo anno del regno del duca Ernesto di Wittelsbach, quando il ducato era solo un piccolo dominio feudale conficcato tra i territori dell'Arcivescovato di Salisburgo (a est), del Ducato del Tirolo (sud) e della Contea di Wirtemberg (ovest). A nord, i territori circostanti Sulzbach (provincia di Ansbach) appartenevano al conte palatino del Reno Ludovico III, imparentato con i Wittelsbach e loro alleato; tali territori erano rivendicati come appartenenti di diritto alla casa bavarese, ma nonostante ciò i rapporti tra i due stati erano comunque buoni. I legami familiari si estendevano anche alla Contea d'Olanda, governata da Giacomina di Baviera e alleata del ducato.
L'obiettivo principale del duca Ernesto era di espandersi verso ovest, nei territori dell'odierno Baden-Wurttemberg, e per consentire ciò l'alleanza militare fu allargata alla Svizzera e a Wurzburg. Prima ancora di poter attuare il suo disegno però, il duca dovette prender parte alla "crociata" contro gli eretici hussiti di Boemia, proclamata da Papa Martino V nel 1420. Nonostante la superiorità dell'esercito boemo (il cosiddetto "Vojsko do Cechy"), che combatteva alla maniera degli svizzeri, i bavaresi ottennero alcuni successi notevoli, arrivando ad occupare la fortezza di Plzen, nei Sudeti, e riuscendo a ridimensionare il potere dei boemi, che nel frattempo erano riusciti a strappare Gorlitz (Erz) all'Ungheria. La Baviera uscì quindi da questo conflitto con un prestigio rafforzato, anche se i vantaggi materiali furono di soli 18 ducati (da spartire peraltro con i membri dell'alleanza). A questo successo però si affiancava la disastrosa sorte dell'alleato olandese, aggredito da Filippo il Buono di Borgogna costretto a cedere l’Artois e la Zelanda, spartite tra borgognoni e inglesi. Per l'enorme distanza, non fu possibile mandare direttamente degli aiuti, e il supporto del Palatinato fu evidentemente non sufficiente.
Una volta ritirate le truppe da Plzen, un evento fortuito consentì l'annessione del Wurttemberg: il duca Ulrico V, avendo imposto una tassazione esorbitante, era stato scacciato da una rivolta popolare, che aveva lasciato il ducato privo di un'autorità e, soprattutto, di un esercito che lo difendesse da aggressioni esterne; inoltre, il paese non era legato a nessun tipo di patto militare. Così nel giugno del 1424 fu dichiarata guerra al Wurttemberg, il suo territorio fu occupato senza trovare resistenza e fu posto assedio a Stoccarda, centro fortificato dei rivoltosi. Dopo un inverno terribile, le porte della città si aprirono ai soldati del duca Ernesto e nel trattato di pace firmato a Monaco di Baviera nell’aprile del 1425 il Wurttemberg fu dichiarato annesso alla Baviera. Poco più tardi una carestia costrinse il duca ad acquistare delle scorte supplementari di cibo, cosa che per la mancanza di liquidità portò alla richiesta di un prestito. Il problema dell’indebitamento si trascinò per anni, risultando spesso un impedimento agli sviluppi della politica del duca: non fu possibile finanziare un esercito particolarmente nutrito, il che spesso risultò essere un grande svantaggio nei confronti delle più numerose armate dei nemici successivi. Fortunatamente, il numero di alleati compensò in parte questa carenza.
Intanto si era aperta una disputa per il riconoscimento del possesso di Straubinga, dove alla morte del duca Giovanni II si era estinta la linea dei Wittelsbach-Straubing. Invece di dividere i suoi territori tra gli altri rami della famiglia, l'Imperatore Sigismondo d'Ungheria aveva concesso Straubinga ad Alberto V d'Asburgo, provocando ovviamente la reazione del duca Ernesto. Il pretesto portò ad un conflitto che aveva ragioni ben più profonde: l'aspirazione da parte di entrambe le famiglie degli Asburgo e dei Wittelsbach ad ottenere il titolo imperiale alla morte di Sigismondo. Questo conflitto avrebbe risolto i dubbi su chi sarebbe stato il successore dell'imperatore magiaro.

PARTE SECONDA: LA CONTESA CON GLI ASBURGO
Si aprì dunque sul finire del 1427 una dura guerra con l'Austria, alla quale decisero di non aderire Wurzburg, la contea d'Olanda e (almeno inizialmente) la Svizzera, che preferirono disonorare il patto militare con Baviera e Palatinato. Sebbene l'Austria non potesse più contare sull'appoggio di Stiria e Tirolo, entrati nell'orbita veneziana, a rendere la situazione più problematica si aggiunse anche, appena due settimane più tardi, la dichiarazione di guerra dell'Arcivescovato di Salisburgo nei confronti della Baviera, con il quale scesero in campo anche alcuni signori italiani, come Filippo Maria Visconti di Milano e Nicolò III di Modena, e niente poco di meno che... il Papa. Probabilmente in questa situazione il duca Ernesto si rese conto dell'inutilità della sua partecipazione alla crociata anti-hussita, per tentare di guadagnarsi il favore di chi ora si trovava a combattere... Se voleva ottenere il diadema imperiale, avrebbe dovuto prenderselo di forza.
Le forze in campo furono poco dopo riequilibrate in parte dal rientro in gioco della Confederazione Svizzera, convinta dal duca a dichiarare guerra ad Austria e Salisburgo. Obiettivo iniziale delle forze austriache fu sorprendentemente non Monaco, ma Sulzbach, nell'Ansbach, che, come sappiamo, apparteneva al conte palatino Ludovico III; la ragione di tale scelta fu probabilmente la differenza di forze tra quelle in Baviera (15000 circa) e la guarnigione di Sulzbach (poco più di 4000 uomini, con meno di 500 cavalieri), della quale gli austriaci ebbero facilmente ragione; essi iniziarono quindi l'assedio della città. Riavutosi dalla sorpresa (si attendeva infatti un immediato scontro decisivo che, visto il numero delle forze combinate austriache, circa 30000 uomini, avrebbe anche potuto risolversi a sfavore della Baviera), il duca Ernesto rispose inviando il suo esercito sotto le mura di Salisburgo, che fu assediata a sua volta a partire da novembre. I due assedi proseguirono senza altri eventi di rilievo, tranne i vani tentativi delle forze salisburghesi di rompere l'assedio della loro città, e si conclusero nello stesso periodo dell'anno successivo. Mentre gli austriaci si dirigevano verso la neo-acquisita provincia di Wurttemberg, Salisburgo fu costretta ad accettare le condizioni di pace: la sua annessione non fu possibile perché un simile gesto avrebbe certamente deteriorato eccessivamente i rapporti con i vicini (Tirolo, Stiria ed Ungheria in primo luogo) e scatenato le loro reazioni; si decise così di rendere l'arcivescovato tributario della Baviera e di ripagare le spese di guerra con 125 ducati. Da Salisburgo le forze bavaresi, invece di rischiare uno scontro diretto con l'armata austriaca che assediava Stoccarda, marciarono su Vienna, la occuparono rapidamente, si diressero quindi verso l'Austria Superiore (Ostmarch) e occuparono anche Linz, mentre gli austriaci indugiavano nel Wurttemberg dopo aver preso a loro volta Stoccarda.
Nel maggio del 1429 l'imperatore, per tentare di conciliare le parti, decise di rivedere la sua decisione su Straubinga, concedendola infine ai bavaresi, ma questo non pose certamente fine alla guerra. Ormai era palesemente in gioco la supremazia nel Sacro Impero Germanico. La situazione era comunque giunta, nell'agosto del 1430, ad un punto di stallo: l'Austria teneva saldamente il Wurttemberg e l'Ansbach, la Baviera aveva il controllo dei territori austriaci. Il duca Ernesto decise quindi per l'unica mossa possibile: tentare di riprendere l'Ansbach e chiedere poi una pace vantaggiosa. Questo però riscosse gli austriaci dal loro letargo e costrinse l'esercito bavarese, logorato dagli inverni passati sulle Alpi, a sgomberare dalla zona, per poi ritirarsi verso Monaco. Gli austriaci non si diedero pena di andar loro dietro e fecero ritorno in patria per liberare i loro territori occupati, e mentre gli svizzeri, finalmente decisisi a partecipare attivamente al conflitto, assediavano Stoccarda nel Wurttemberg, le forze bavaresi, rinvigorite dai rinforzi radunati (anche se era stato necessario imporre una tassazione straordinaria e prolungare il prestito), si dirigevano nuovamente verso nord per riprendere l'Ansbach. Questo assedio si concluse nel luglio del 1432, mentre pochi mesi prima Vienna era stata a sua volta liberata. A novembre, l'esercito bavarese subì poi una sconfitta nei pressi di Passau, al confine tra Ansbach e Austria Superiore, e una contemporanea rivolta nel Wurttemberg, già liberato dagli Svizzeri, persuasero il duca a dover porre fine alla guerra quanto prima possibile. La pace fu firmata a Vienna il 7 ottobre del 1433; in base ad essa, Alberto V d'Asburgo si impegnava a pagare un tributo di 50 ducati: si trattò di una pace di compromesso, insoddisfacente in proporzione agli sforzi compiuti e che certamente non chiudeva qui gli attriti tra i due paesi. Nondimeno, Salisburgo era stata ridotta al rango di vassallo.
Gli anni seguenti furono spesi per riorganizzare l'economia della Baviera, ripagare il prestito e sedare il malcontento nel Wurttemberg. L'alleanza militare inoltre si ingrandì con le entrate di Salisburgo e del margraviato del Baden, mentre Alberto V allacciava rapporti con i paesi scandinavi. Un piccolo incidente si verificò all'interno della famiglia reggente: il figlio ed erede del duca, Alberto, sposò segretamente Agnes Bernauer, la figlia di un fornaio di Augusta, rifiutando in seguito il matrimonio impostogli dal padre e dichiarando che Agnes era legalmente sua moglie. Ma durante la sua assenza Agnes venne arrestata per ordine di Ernesto e, accusata di aver sedotto Alberto per mezzo di arti magiche, fu condannata a morte per stregoneria ed annegata nel Danubio. Una triste storia, che dimostra quanto fosse ancora retrograda la mentalità dell’Europa del tempo e che fu fonte d’ispirazione per molti scrittori tedeschi in seguito.
L’equilibrio creatosi con la pace di Vienna tuttavia andò in frantumi in breve tempo: nel dicembre del 1437 l’imperatore Sigismondo d’Ungheria morì e il titolo imperiale andò ad Alberto d’Austria, il quale si trovò a reggere contemporaneamente anche le corone di Boemia e Ungheria (vassallizzate da eventi). In risposta a questo successo da parte austriaca, nel maggio successivo il duca Ernesto dichiarò guerra all’antico alleato del Wurzburg, che poteva contare solo dell’appoggio dei Cavalieri Teutonici e dell’Ordine di Livonia. Nonostante alcune sconfitte, i bavaresi infine riuscirono a spuntarla ed annetterono il paese. Questo fu l’ultimo successo di Ernesto di Baviera, in quanto egli morì poco più tardi (luglio 1438): il nuovo duca, il figlio Alberto II, assunse dunque il potere. Nell’ottobre del 1439 anche il nuovo imperatore Alberto V morì e fu succeduto nel governo dei paesi austriaci da Federico V, mentre la Boemia piombava in uno stato di anarchia; in Ungheria invece una dieta di nobili magiari rifiutò la successione di Ladislao, il figlio di Alberto d’Austria, appoggiato da Federico V, e riconobbe come re d’Ungheria Ladislao III Jagellone di Polonia, rompendo quindi ogni legame con gli Asburgo.

PARTE TERZA: IL FRONTE AVVERSO
Nonostante suo padre avesse combattuto in passato contro di loro, i boemi decisero di offrire la corona di Boemia ad Alberto II, che accettò ben lieto di danneggiare in qualche modo il suo grande rivale Federico V e fu incoronato a S.Venceslao il 6 luglio del 1440 (in pratica ho ottenuto la Boemia come vassallo ed alleato). La risposta austriaca non si fece attendere e nell’ottobre successivo fu guerra aperta con la Stiria (curioso che non sia stata l’Austria a dichiararmi guerra, ma in fondo la Stiria era anch’essa governata da Federico…). Assieme a questo, iniziò anche un lungo conflitto con il Brandeburgo, che aveva mire sulla Boemia, e con i suoi alleati di Magdeburgo e Pomerania, che comunque non avrebbero potuto causare seri problemi alla Baviera visto che la presenza della Boemia fungeva da ostacolo ad una possibile invasione nemica. La coalizione bavarese ebbe quindi facilmente ragione delle pur numerose armate stiriane e il paese fu occupato ed incorporato ai domini dei Wittelsbach agli inizi del 1442. Intanto però il conflitto si era allargato con il coinvolgimento della “Lega di Kassel”, comprendente Assia (Hessen per i germanofoni), Hannover, Mainz e Provenza: il numero di nemici era considerevolmente aumentato nel giro di pochi mesi, e non si sarebbe fermato qui. Le ingenti risorse aurifere di cui il territorio della Stiria era ricco furono enormemente utili per le disastrate finanze bavaresi, pericolosamente sull’orlo della bancarotta per via dei prestiti non pagati e prolungati più volte. Inoltre il duca Alberto II poté finalmente permettersi un esercito rispettabile senza dover ricorrere ogni anno a contributi straordinari in termini di tasse o alla riduzione del mantenimento. Il numero dei soldati dell’armata, la “Kronprinz”, fu stabilmente fissato a 20000 fanti e 12000 cavalieri, agli ordini del colonnello Staubing, e questo numero fu determinante per la sopravvivenza del progetto bavarese, minacciato da un numero incredibile di nemici.
L’annessione della Stiria tuttavia causò a sua volta l’intervento dei veneziani, sotto la protezione dei quali la Stiria era da tempo assieme all’altro paese asburgico, il Tirolo. La coalizione anti-bavarese aprì dunque un altro fronte a sud, e pericolosamente vicino alla capitale Monaco. Era ormai impensabile tentare di fronteggiare contemporaneamente un simile numero di avversari, visto anche il numero di rovesci che gli alleati stavano subendo: la Boemia aveva dovuto sgomberare la Slesia e la catena dell’Erz sotto la pressione dell’esercito del Brandeburgo, mentre gli straordinari successi in battaglia di Guglielmo di Hannover avevano reso vani tutti i tentativi delle forze palatine, svizzere e del Baden. Quindi il duca Alberto iniziò a trattare delle paci separate a partire proprio dall’Hannover, che si accontentò della simbolica cifra di 5 ducati (agosto 1442). Un negoziato con Venezia per una pace bianca andò a vuoto e così il fulcro delle operazioni fu spostato nel Tirolo, per “persuadere” la repubblica veneta a ritirarsi il prima possibile. Ma i veneziani decisero di resistere a oltranza e avrebbero pagato duramente il loro ardire.
Una serie di vittorie contro i tirolesi e l’inizio dell’assedio di Innsbruck fecero intravvedere un barlume di speranza, mentre il ritiro di Hannover dal conflitto si fece sentire a nord: nel dicembre del 1442 il Baden annetté l’Assia ed eliminò uno scomodo avversario. Ben presto questo paese fu rimpiazzato da due nuove adesioni allo schieramento avversario, l’Oldenburgo e il Meclemburgo, il cui apporto alla guerra fu comunque irrilevante. Assai più gravi furono invece le entrate in guerra a fianco del Brandeburgo di Sassonia e Polonia: nuovamente, la situazione tornava ad essere disperata. Dopo un anno di alterne e confuse vicende, giunse un successo nell’ottobre del 1444: caduta Innsbruck, il Tirolo capitolò e fu annesso. Evidentemente questa mossa risultò sgradita all’imperatore Federico d’Asburgo, il quale decise anch’egli di scendere in campo dichiarando guerra all’Arcivescovato di Salisburgo, vassallo della Baviera (ma fuori dall’alleanza) e vecchio punto di frizione tra le due parti. Il duca Alberto lasciò correre per poter sfruttare in seguito il pretesto dell’annessione di Salisburgo, che si verificò nel novembre del 1446. La guerra con i veneziani, privati dei loro alleati del Tirolo, procedeva intanto per il meglio e, dopo una dura sconfitta a Mantova e l’occupazione dell’Istria e della stessa Venezia, si concludeva il 5 novembre 1447 con la perdita dell’Istria e il pagamento di un’indennità di guerra. Evento importantissimo fu l’acquisizione di uno sbocco sul mare, impensabile fino a pochi anni prima ma divenuto ora una realtà. La Baviera comunque era e restava fondamentalmente una potenza sulla terraferma e non aveva pretese sui mari.
Risolta la questione veneta, restava solo da saldare il conto con l’Austria, sebbene fossero ancora aperti i fronti settentrionali. L’Austria si era certamente rinforzata durante le lunghe guerre sostenute dai Wittelsbach contro mezza Germania, ma non poteva contare su alleati che potessero aiutarla efficacemente (Cavalieri di Rodi, Bisanzio e Moldavia non erano certo affidabili). Così, dopo l’iniziale impeto vittorioso che la portò ad occupare la Stiria nel febbraio del 1449, dovette arrendersi alla preponderante superiorità della “Kronprinz”, affiancata da contingenti provenienti da Svizzera e Baden: l’intero paese fu invaso e l’esercito austriaco, battuto e privato della possibilità di ricevere rinforzi, si sciolse come la neve al sole di primavera. Inoltre, grazie agli aiuti forniti alla Boemia, si riuscì a concludere una pace con Brandeburgo, Magdeburgo, Pomerania, Polonia e Sassonia, senza dover concedere troppo (34 ducati), mentre Mainz si era già ritirata dal conflitto. La pace con l’Austria, firmata nuovamente a Vienna il 1 luglio 1451, segnò il trionfo per i Wittelsbach e il crollo degli Asburgo. Il territorio dell’ex-Arcivescovato di Salisburgo passò direttamente sotto il controllo della Baviera e con esso l’Austria Superiore (Ostmarch); solo Vienna e l’area circostante, un territorio minuscolo nel cuore dell’Europa, rimasero in mano all’imperatore Federico V.
Un decennio di guerre aveva messo a dura prova la sopravvivenza dell’impalcatura iniziata da Ernesto e portata avanti da Alberto. Ora tuttavia l’opera iniziava a delinearsi nella sua concretezza: il paese si era ingrandito territorialmente (ricapitoliamo: oltre a Bayern, fanno parte del mio dominio Wurttemberg, Wurzburg, Steiermark, Tirol, Istria, Salzburg e Ostmarch) aveva solide basi economiche e militari, un prestigio riconosciuto e un’alleanza forte. Sarebbero bastati pochi decenni di attenta gestione per raggiungere la supremazia assoluta.
Xerse
00lunedì 1 dicembre 2003 22:16
Bravo, Bravo!

Ho stampato il tuo AAR e gli ho dato una prima occhiata, mi sembra interessante e ben scritto, ma ti farò spaere con calma.

Ciao

[SM=x166640]
Xerse
00martedì 2 dicembre 2003 09:39
Beh, caro Meleager
mi sembra un lavoro veramente ottimo, dal quale traspare tutto il tuo interesse per la storia della Germania.
L'AAR è scritto con uno stile chiaro e avvincente. Nonostante non abbia immagini, la fantasia di chi legge ne è catturata.
Quindi uno degli AAR più belli che abbia letto, perchè traduce in linguaggio storico gli avvenimenti di una partita altrimenti semplice sequenza di fatti.

Non è per esempio l'Austria a dichiarare guerra ma l'arcivescovato di Salisburgo, rispettando la vera natura storica di uno stato frammentato quale era l'Impero.
L'esercito boemo si chiama "Vojsko do Cechy" e l'armata bavarese "Kronprinz"...e il vassallaggio della Boemia viene raccontato come un'offerta della corona boema al duca di Baviera. Perfetto anche il labirinto politico dei matrimoni, dei riconoscimenti o meno dell'autorità imperiale, ecc.

Insomma, un AAR esemplare di una partita molto interessante, giocata con passione storica.

[SM=x166640]

Petrus II
00martedì 2 dicembre 2003 12:59
Complimenti
Mi associo a Xerse nei complimenti e nelle sottolineature.

La guerra che si allarga e restringe, il formarsi/riformarsi delle leghe e alleanze, le defezioni e le annessioni sono un mirabile esempio di "crescendo" e di colpi di scena mirabilmente descritti.

Non fa rimpiangere la mancanza di immagini.

[SM=x166607]
Naghornokarabah
00martedì 2 dicembre 2003 19:47
Sei forte![SM=x166604]
Meleager
00mercoledì 3 dicembre 2003 20:52
Danke schon, la seconda parte è in cantiere (ma la scuola mi concederà il tempo per completarla?). E per le sottigliezze dei nomi degli eserciti cmq non dovete elogiare me, ma gli sviluppatori dell'EEP!
Meleager
00domenica 28 dicembre 2003 14:07
Intanto eccovi uno screensave della partita al punto dove la narrazione si interrompe:

meleager.altervista.org/immagini/BAY_jan1452.JPG

[SM=g27823]
Meleager
00domenica 28 dicembre 2003 15:05
ach! volevo dire:


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