"Banana Fish"
Altro titolo a mio parere degno di nota è "BananaFish" di Akimi Yoshida.
Serie che si è conclusa pochi gioni fa',composta da 19 volumi.
"Le popolazioni di tutto il mondo, non ancora digerite ed assimilate da NewYork, abitano l'una vicino all'altra, nettamente divise, coi loro costumi, i loro cibi, le loro feste e le loro religioni, come se fossero state catalogate da un bibliotecario dell'umanità. Sarebbe possibile, credo, portare un uomo con gli occhi bendati attraverso i quartieri popolari, verso l'ora di pranzo, e fargli riconoscere il vicinato dall'odore di pietanze che si preparano. L'East Side è il quartiere più famoso e più pittoresco. Gli ebrei, i cinesi, gli armeni, i greci, i sudamericani, gli italiani ci vivono, chauvinisti nel loro rione, e internazionali allo speakeasy"
Questo è un passo tratto da "Quartieri" di Luigi Barzini junior e rintracciabile nel libro "Le vie del mondo: NewYork", edizioni TouringClub.
Risale al 1930 ma la descrizione che ne risulta è uno specchio corrispondente delle atmosfere e del tratteggio che si evince in BananaFish.
Il titolo è una sorta di pretesto per introdurre tutta una serie di eventi che ruotano intorno a bande minorili di teppisti, potenti boss mafiosi; criminalità organizzata di vario stampo ed in genere per far emergere quella che è una delle facce di NewYork, quella violenta.
Protagonisti principali della trama sono un giapponese in visita in America in veste di aiutante fotografo e il capo di una delle suddette gang.
Le tematiche affrontate lungo tutto l'evolversi della vicenda toccano quindi temi estremamente attuali e si avvalgono di una grafica molto essenziale che a mio parere dà il meglio di sé nelle ambientazioni.
La crescita qualitativa del segno è lampante dal primo numero all'ultimo sebbene si noti un leggero richiamo ai volti di Otomo, tanto talvolta da render difficile l'identificazione di un personaggio rispetto ad un altro. (e per me che faccio fatica a ricordare i nomi questo è stato traumatico, nonostante le tabelle a fondo volume che metton in relazione i soggetti tra loro).
Il tratto però resta sempre nitido e pulito, anche nelle scene d'azione più intricate.
La scelta editoriale poi, di stampare tutto su pagine gialle dà a mio avviso un tocco particolare a tutta la veste grafica che in questo caso aggiunge valore rispetto all'edizione originale.
Insomma, non male
caitli
[Modificato da caitli 01/04/2005 17.09]