Enzo Jannacci - "credo in Dio e non sono ateo"

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Conny1810
martedì 8 settembre 2009 14:07
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“Credo in Dio e non sono ateo”


Enzo Jannacci ha rilasciato un'intervista su Avvenire e ha raccontato come è arrivato a credere in Dio e come la via per incontrarlo passa attraverso l'amore per il prossimo!




Enzo Jannacci cantante e medico, si “confessa” e spiega:

«Sto affrontando una costante dialettica interna attraverso la lettura della Bibbia e del Vangelo. Sto vivendo una maturazione del mio credo religioso. Vidi la carezza del Nazareno a un povero operaio stanco su un tram di Milano».

Alla domanda “che direbbe ascoltandola il suo amico Dario Fo?”

Jannaci non si scompone e risponde: «In verità, lui è stato uno dei primi a farmi interrogare su queste cose, inducendomi a studiare Jacopone da Todi, con Mistero Buffo; con Dario ho parlato a lungo del cristianesimo, lui è molto interessato al tema della Croce. Le stesse opere prodotte in quegli anni, inoltre, hanno un risvolto di fede. Quando diciamo al Signore: “Se sapevi che sarei finito così, limitato e sofferente, non mi dovevi creare”, stiamo rivolgendoci a Lui. Del resto, qualcuno disse che non c’è persona più credente di chi insiste di non capire il significato della fede».

Ma cosa spaventa Jannacci?

Il cantautore ha spiegato: «Questa gloriosa indifferenza che ci circonda e che mio padre aborriva.
Era l’opposto di quello che mi insegnava, l’altruismo.
Una gloriosa indifferenza che è così comoda, un egoismo ricco, per il quale va tutto bene, anche ribaltare i clandestini in mare: invece, come ho detto nel caso di Eluana, una vita va salvata sempre, prima la si accoglie e la si rianima e poi magari si gioca con il diritto internazionale per il rimpatrio.

Come medico, io dico che la vita – passatemi l’espressione – è una condanna a morte: è inevitabile, sono stato per anni intorno ai letti della terapia intensiva e dei reparti di rianimazione per averne un’idea diversa, ma sempre come medico e come uomo dico anche che salvare una vita è come salvare il mondo. E allora prima viene la vita, prima si corre, si salva l’esistenza della gente poi si analizzano i meccanismi dell’asilo politico, dell’immigrazione, ecc. Prima si fa ribattere il cuore, tirandoli fuori dall’acqua.

Certo, è difficile amare il prossimo, ancor più difficile amarlo come se stessi.

Ma è la via per arrivare a Dio».


(Da Avvenire - agosto 2oo9)

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