Boxe: è morto Leavander Johnson

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Goku
00venerdì 23 settembre 2005 21:31

Era finito in coma dopo un match
Un altro dramma sconvolge il mondo della boxe. Cinque giorni dopo essere stato vittima di un'emorragia cerebrale in occasione dell'incontro perso contro Jesus Chavez, il pugile americano Leavander Johnson è morto al centro medico di Las Vegas, mentre si trovava nell'unità di terapie intensive. Johnson aveva perso conoscenza negli spogliatoi, pochi minuti dopo l'incontro. L'autopsia determinerà le cause precise del decesso.

Levander Johnson non ce l'ha fatta. Il pugile americano, caduto in coma dopo il match perso contro il messicano Jesus Chavez, è deceduto dopo cinque giorni di coma. Johnson, 35 anni, era stato battuto per ko tecnico all'undicesima ripresa, interrotta dall'arbitro Tony Weeks per gli incessanti colpi subiti alla testa. L'incontro sembrava concludersi verso un naturale epilogo, col pugile sconfitto che, dopo la delusione per la perdita del titolo dei leggeri Ibf faticosamente conquistato, si avvia mestamente verso gli spogliatoi sulle proprie gambe. Appena un leggero mal di testa che i medici, tuttavia, non considerano preoccupante.

E invece il dramma deve ancora cominciare. Negli spogliatoi Johnson accusa un malore, perde conoscenza e la situazione si manifesta subito nella sua drammaticità. Il pugile viene portato al centro medico di Las Vegas dove viene operato d'urgenza per un'emorragia cerebrale. Il medico, resosi conto delle gravissime condizioni, decide di perforare la scatola cranica per far abbassare la pressione cerebrale e ridurre l'ematoma interno. Uscito dalla sala operatoria, Johnson viene mantenuto in coma artificiale ma le sue condizioni sono estremamente critiche. Alla fine Johnson si arrende. Dopo tante battaglie sul ring, incrociando a testa bassa i guantoni con gli avversari, Levander non è riuscito a vincere la sfida più difficile. Quella con la morte.
Secondo quanto riferito dal capo degli infermieri del centro ospedaliero, il pugile è deceduto mentre si trovava in terapia intensiva anche se la causa esatta della sua morte non è stata ancora individuata e solo l'autopsia, che sarà effettuata nei prossimi giorni, potrà accertarne le reali cause.

Kurbanov
00venerdì 23 settembre 2005 22:02
Un altro guerriero ke perde la vita dopo un incontro.mi dispiace tantissimo!
Musashi
00sabato 24 settembre 2005 19:40
la cosa che mi ha colpito di più è che io lo visto combattere dal vero contro zoff, mi dispiace. Non un grande pugile di risultati ma una grande persona, umile, non sbruffona e rispettosa.
TEAM CONTE
00domenica 2 ottobre 2005 20:15
NON E' ORA
Non e' ora che si prendano seri provvedimenti per interrompere questa scia di lutti che attanaglia lo sport in particolare la boxe? Noble art, disciplina antichissima secondo me ora si deve dare una svolta, tutelare la vita di questi atleti, trattasi sempre di sport e pertanto non si puo' morire per praticare uno sport, si puo' succedere ma cio' deve rientrare nella casualita'.
Lo so che sconvolgero i puristi e mi attirero' un sacco di critiche ma secondo me gli allenamenti odierni la potenza sviluppata oggi non va di pari passo con le misure di sicurezza adottate, cosa che avviene negli altri sports, guardate nel motociclismo cadono a 200 km orari ma raramente ci scappa il morto se non per una fatalita' e sapete perche'? Perche' utilizzano delle tute protettive di ultima generazione E caschi di prim'ordine.
Nella boxe secondo me si dovrebbero ridurre le riprese al massimo 8, poi gli arbitri dovrebbero sospendere subito dopo aver notato la difficolta' di uno dei due combattenti, si dovrebbero ideare dei guanti che attutiscano il colpo e lo rendano meno pericoloso etc.....
LO SPORT E' VITA, NON SI PUO' MORIRE PER ESSO.
Musashi
00domenica 2 ottobre 2005 22:17
Conte sei una persona che stimo molto ma qui non sono daccordo, inanzitutto nel motociclismo è vero che le tute sono più sicure ma il motivo vero è perchè ora fanno circuiti monotoni e finti con enormi vie di fuga, dove fuori dalle curve invece di esserci sabbia o erba c'è asfalto e allora che differenza c'è fra fare una curva dentro la pista e una fuori che si fa forti uguale, lo stesso problema c'è nell'automobilismo, ecco io non vorrei rendere la boxe così. Non voglio che la boxe diventi come il k-1, un circo di buffoni, dove appena uno è in difficoltà anche minima o magari non lo è ma sembra l'arbitro interrompe, altrimenti match come Castillo-Corrales sarebberò finiti in modo diverso e non sarebbero stati così belli. Inoltre non è diminuendo le riprese che si risolve a parere mio in quanto il problema non è stato risolto dalle 15 alle 12, il problema sta nella disidratazione per raggiungere il peso. Se facessero dei guanti che attutiscono il colpo non ci sarebbero più ko, e il divertimento???
Chi fa boxe a livello professionale sa a cosa va incontro, la possibilità di avere danni permanenti e non deve essere tenuta conto, fa parte del gioco.
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