La storia di Jay Nelson - truffatore specializzato in aste on-line

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roob
00domenica 10 giugno 2001 17:55

La storia di Jay Nelson


È il nemico numero uno dell’ispettorato postale statunitense: da tre anni truffa, indisturbato gli utenti delle aste virtuali; ma ora i navigatori inferociti hanno creato una squadriglia per mettergli le mani addosso.


Il gangster più famoso degli Stati Uniti è con tutta probabilità John Dillinger; negli anni Trenta, nel pieno della Grande Depressione, Dillinger e la sua banda si fecero beffe per più di un anno delle autorità, fuggendo da uno stato ad un altro del paese senza mai farsi acciuffare. Il nemico giurato di Dillinger era J. Edgar Hoover, controverso capo dell’FBI, che non gli diede tregua finché, un giorno, i suoi agenti non lo fecero secco all’uscita del Biograph Theater di Chicago. Anche dopo la morte di Dillinger, ad Hoover non andò mai giù il fatto che la gente vedesse nel bandito una specie di Robin Hood, di ladro romantico: a coronamento di ogni colpo in banca, infatti, la banda di Dillinger dava alle fiamme tutti i registri delle ipoteche, mettendo così in salvo tutti quei poveri cristi che, in quegli anni bui, non riuscivano a saldare i propri debiti.

È forse a causa di quest’aura leggendaria che Dillinger ha avuto, nel corso degli anni, una gran quantità di emuli. L’ultimo, in ordine di tempo, si chiama Jay Nelson, specializzato in frodi nelle aste online. Anche Nelson, come Dillinger, ha un nemico giurato: si tratta di Tom Higgins, ispettore delle poste statunitensi, che gli sta dando la caccia ininterrottamente da mesi. Da quanto ci risulta, Nelson non ha mai mostrato intenti filantropici nella sua attività. Eppure l’ispettore Higgins non esita a dichiarare: «Visto che sta scappando da febbraio, sembra che egli si consideri il John Dillinger delle aste online».

Gli inquirenti che seguono le prodezze di Nelson, non riescono a calcolare esattamente quanto gli abbia fruttato esattamente finora questa attività. Per farsi un’idea molto vaga, si consideri che nel trimestre aprile-luglio 2000, Nelson ha prelevato 84 mila dollari (quasi 180 milioni di lire) dai suoi account su PayPal, il sistema ideato proprio (pensate un po’) per effettuare acquisti sicuri nelle aste virtuali. Questa cifra non rende certo ragione dei profitti di Nelson, dal momento che si tratta di un solo account e di un periodo di tempo di appena tre mesi, mentre il truffatore opera in questo campo da almeno due anni e mezzo.

Ma quale metodo usa Nelson per attuare le sue truffe? Beh, il sistema, concettualmente, è semplice; eppure è abbastanza arduo da applicare. In pratica, lui si reca sui siti di aste online e mette in palio qualche oggetto; al termine dell’asta, incassa i soldi ma non consegna la merce. Detto così sembra facile, ma la preparazione di questo giochetto richiede un impegno non indifferente. Infatti, Nelson deve iscriversi con un soprannome ai siti di aste più famosi e, giorno dopo giorno, asta dopo asta, guadagnarsi la fiducia degli utenti, che lo segnalano come un venditore credibile. Poi, in due giorni, forte della fiducia conquistata nei mesi precedenti, si affretta a piazzare una serie di aste fasulle che gli fanno guadagnare qualche migliaio di dollari. Dopodiché sparisce nel nulla, salvo ripresentarsi dopo qualche tempo con un’altra identità.

Ad esempio, nel periodo di tempo che va da luglio dello scorso anno a maggio, Nelson è riuscito a guadagnare 75 commenti positivi su eBay. Poi, sfruttando il fine settimana del Memorial Day, è riuscito a piazzare 60 oggetti da cucina e 120 macchine fotografiche senza effettivamente consegnarne nessuno. Paradossalmente, gli utenti che avevano deciso di pagare tramite un tradizionale assegno, non hanno perso i propri soldi, perché Nelson aveva fornito un recapito fasullo; invece quelli (oltre cinquanta) che avevano pagato tramite PayPal hanno visto il proprio denaro volatilizzarsi, anche se eBay ha promesso un rimborso.

E pensare che, soltanto lo scorso autunno, la polizia lo aveva acchiappato nella sua graziosa dimora di Gilsum, nel New Hampshire, dove viveva con la moglie Krista; una casetta di tutto rispetto, bisogna ammettere, con tanto di piscina, cinque linee telefoniche, altrettanti computer e una rete locale da far invidia ad un’azienda. Il 7 febbraio, una giuria lo aveva accusato di frode, ma il giudice distrettuale ne aveva disposto il rilascio su cauzione. Prima di San Valentino, Nelson era riuscito a fare perdere le proprie tracce.

Questo novello John Dillinger è ormai il terrore degli utenti di eBay e di Yahoo!, altro che Robin Hood. Lo scorso anno si è formata addirittura una squadriglia di navigatori volontari (con tanto di nomi in codice e messaggi segreti) con l’obiettivo di mettergli le mani addosso. Ma lui non si spaventa e continua, spavaldo, a farsi beffe di tutti: tra il novembre del 1998 e il marzo 2000 ha gestito 33 differenti identità sui siti di aste. Tra quelli segnalati dalle autorità statunitensi ci sono moregr8stuff, Kurt Nelson, greatdeals, Renee Lopez e justgreatdeals. Sul sito dell’ispettorato postale campeggia una sua foto nella quale sembra fare la linguaccia a tutti mentre fugge a bordo della sua Jeep Cherokee. Speriamo che l’ispettore Higgins riesca a prenderlo prima dei navigatori inferociti; altrimenti c’è da temere che, dopo aver emulato nella lunga fuga il bandito Dillinger, lo imiti anche nel triste epilogo della propria vicenda terrena.


di Alessio Balbi


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[Modificato da roob 24/11/2001 01:43]

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